I TUOI PECCATI TI SONO PERDONATI!
Questa frase pronunciata da Gesù equivale a un miracolo ricevuto dal paralitico, che vedeva straordinariamente mutare la sua situazione di vita quotidiana, approdando a una comunione vivente con Dio e a glorificarlo in una nuova posizione di adoratore.
Il capitolo 5 dell’Evangelo di Luca inizia con la sottolineatura nel versetto primo: La folla si stringeva intorno a Lui per udire la Parola di Dio. Quello che le persone ascoltavano, sostando nei pressi del Salvatore potevano classificarlo, senza dubbi di sorta, come Parola di Dio. Gesù in quei frangenti dimostrava senza alcuna incertezza, tutta la sua potenza e la sua autorità. (Ev. Luca 5:17) E la potenza era con Lui per compiere guarigioni. Bisogna precisare che la parola qui espressa “potenza “ non è altro che la persona dello Spirito Santo, cioè Gesù confortato e in accordo con lo Spirito Santo poteva operare i miracoli per solidificare la sua missione di Messia. Il concetto qui espresso, è già stato detto in Luca: (4:14) Gesù, nella potenza dello Spirito se ne tornò in Galilea. In questo nuovo episodio Gesù stava insegnando una nuova definizione della sua persona con una autorevolezza diversa dai religiosi del tempo. La Scrittura al riguardo registra: (Ev. Luca 4:32) Ed essi stupivano del Suo insegnamento perché parlava con autorità. Era vero: quello che Gesù pronunciava si configurava come Parola di Dio, e a dimostrazione, siccome le parole sono solo suoni trasportati sulle onde, quelle parole viventi trasformavano la vita reale degli ascoltatori. Perciò l’obiettivo di Gesù era di produrre accertamento sulla Sua missione, che rivelava sia la Sua Origine, sia la Grazia dispensata individualmente, quindi non solo in maniera collettiva o di popolo, ma l’elargizione di un perdono celeste dei peccati applicato alla persona, confermato da Dio stesso e senza bisogno di sacrifici di sorta.
I contorni del miracolo.
La scena dove si svolgeva il miracolo del paralitico, veniva descritta nei minimi particolari, non occorrevano molte analisi per capire come si svolgevano i fatti, ma sicuramente nulla accadeva per caso; tutto comunque aveva un valore perché Gesù stava insegnando la Parola di Dio e delle reazioni erano suscitate fra quelle persone presenti. Ad esempio dicevano (Ev. Luca 5:21) Chi è costui che bestemmia? Chi può perdonare i peccati se non Dio solo? Ecco una prima domanda sull’origine divina di Gesù, emersa fra quei figuranti presenti, cioè il paralitico, i suoi amici portantini, i farisei, i dottori della Legge, la folla provenienti da tre luoghi: Galilea, Giudea e Gerusalemme. La domanda sarà oggetto di risposta da parte del Salvatore. Poi, un fatto sconcertante per essere davanti a Gesù e in mezzo alla gente; ecco formarsi lo stratagemma di scoperchiare il tetto di un edificio e calare il malato in una posizione privilegiata, per stabilire una visibilità e un contatto con il Maestro.
Scoperchiare il tetto.
Il tetto è una costruzione dell’ingegno umano per evitare l’acqua piovana, per ripararsi dal caldo, per difendere l’edificio dall’incuria, cioè un luogo dove si vive; il tetto è concepito come barriera per ovviare a eventi esterni. Produrre un’apertura nel tetto aveva attirato tutta l’attenzione della folla, ma in realtà cosa significava quel gesto? Molto semplicemente quel tetto significava la religione umana, dove gli uomini cercano riparo e sicurezza dall’ignoto. Orbene, a contatto con la Parola di Dio si deve scoperchiare il tetto della nostra religiosità, qualunque essa sia, perché la pioggia della Grazia e dell’Evangelo, non scivoli via ma bagni intensamente i cuori dei peccatori. L’acqua della Parola di Dio bisogna che irrori grazia, pace, intelligenza spirituale in noi per capire Gesù e la Sua Parola. Ricevere la Grazia di Cristo avviene in molti modi ma con un unico scopo: la salvezza delle nostre anime. Gesù chiama: Seguimi(Ev. Luca 5:27); un altro lo incontra (Ev. Luca 5:12) Se Tu vuoi; ad alcuni dice (Ev. Luca 5:10) Sarai pescatore d’uomini; altri ancora (Ev. Luca 5:19) lo calarono giù con il suo lettuccio. Tutte queste situazioni concorrono a rapportarsi con il Signore Gesù o a trovarsi nella sua presenza.
Come i discepoli pescatori (Ev. Luca 5:5) Secondo la tua parola calerò le reti, così gli amici del paralitico (Ev. Luca 5:19) lo calarono giù; il risultato dell’incontro con Gesù resta sempre positivo per la provvidenza gratuita e bontà del Signore. Dunque la guarigione prodotta semplicemente dalla Parola di Gesù, senza tocchi di mani o gesti, ma dalla sola potenza e dal volere del Salvatore, chiarisce a tutti la Sua identità divina. Alla affermazione sconclusionata: solo Dio perdona, Gesù dimostra di essere il Dio che perdona, guarisce e, come la sua Parola sia vivente. Il grande motto (Ev. Luca 5:23) Alzati e cammina è l’equivalente al potere di perdonare i peccati. La lezione incontrovertibile risultava evidente (V. 22), per chi ascoltava e pensava nel cuore. Perciò l’espressione di Luca (5:24) Io ti dico, propone un percorso di fede non ancora svelato, ma certo nella conduzione e assistenza del Salvatore. Infatti, dopo aver sperimentato la forza comunicata dalle parole di Gesù, che permettevano di rizzarsi in piedi, cosa inconcepibile per il corpo offeso del paralitico, si avverava dunque la prospettiva di poter camminare autonomamente. Il lettuccio simbolo della schiavitù di una vita passata e indigente, bisognosa di un sostegno altrui, non era lasciato sul posto del miracolo perché non più necessario, ma diveniva un oggetto di testimonianza per i suoi familiari. Altresì il lettuccio propagava la nuova volontà del Guaritore; l’ex paralitico andava a casa con il fardello in conformità al disegno del Salvatore. Il percorso sarà stato certamente pieno di interruzioni perché i conoscenti, non presenti al miracolo vorranno sapere, altri vorranno conoscere il perché, lungo la via, l’ex infermo glorificava Dio senza il supporto del tempio o la guida dei sacerdoti. Forse per l’improvvisa guarigione qualcuno lo pensava impazzito e non più in grado di comportarsi comunemente secondo le regole vigenti della religione, perciò glorificava Dio lungo la strada, accumulando disapprovazione pubblica.
Un nuovo adoratore
Il fatto straordinario al di là del miracolo, era questa dimensione di poter vedere un nuovo modo di glorificare Dio, confermato da tutti quelli incontrati lungo il cammino. Una visione incredibile per dei personaggi che non avevano visto scoperchiare il tetto e per gli scettici delle guarigioni. La domanda era perché glorificava Dio, senza i supporti di una pratica religiosa consolidata da secoli? Quel perdono dei peccati promesso da Gesù era avvenuto sul serio? Occorre commentare che la gioia personale del peccatore ravveduto, diviene patrimonio intimo e individuale, solo il cuore del graziato conosce questa posizione di liberazione e di rigeneramento. L’ex paralitico in cammino testimoniava l’avvenuto perdono, il lettuccio lo confermava e Gesù (Emanuele=Dio con noi) ribadiva la sua origine divina e la sua potenza definitiva in fatto di perdono. Evidentemente la sintesi proclamava Gesù il Perdonatore, l’unico in grado di perdonare in terra e trasferire il perdono nel cielo con l’assenso del Padre, (I Ep. Timoteo 2:5) Infatti vi è un sol Dio e anche un sol mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo uomo. Proprio aver capito questo da parte dell’ex infermo, lo sospingeva a glorificare Dio, tramite la grazia ricevuta dal Signore Gesù, avvalendosi della sua mediazione. (Ep. Romani 5:8) Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che mentre eravamo ancora peccatori Cristo è morto per noi.
Conclusione
Occorre ancora sottolineare una differenza fra la vicenda dell’ex paralitico e il lebbroso; Va a casa tua e (Ev. Luca 5:14) Mostrati al sacerdote. Due cammini diversi per due miracolati da Gesù. Nel caso del lebbroso vi era tutta la procedura della purificazione dettata dalla Legge, a cui Gesù non voleva sottrarsi non essendo ancora glorificato; nella fattispecie del paralitico Gesù indicava invece il nuovo ministerIo di grazia e faceva trasparire la posizione di libero accesso del peccatore alla presenza di Dio, ovvero inaugurava un nuovo corso per adoratori. La testimonianza al sacerdote del lebbroso era vitale e serviva per la loro riflessione; diversa da quella riservata al popolo, ben specificata da Giovanni (4:23) I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, poiché il Padre cerca tali adoratori. Il messaggio per i sacerdoti era sommesso e riservato senza clamori, quello per il popolo era visibile, trascinatore e pubblico. L’epistola agli Ebrei ci ricorda: (Ep. Ebrei 8:6) Ora però Egli ha ottenuto un ministerio tanto superiore quanto migliore è il patto, fondato su migliori promesse, del quale Egli è mediatore. Confidiamo in questo speciale Mediatore abbandonandoci alle sue particolari cure fatte di guarigioni dell’anima, del corpo e di perdono dei peccati. Oggi è ancora tempo di Grazia per tutti quelli incontrano Gesù nel cammino in questa terra.
Ferruccio IEBOLE
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