PRIMA IL VINO BUONO
Come abbiamo già accennato alcune volte, i nostri titoli sono suggeriti dalla parola di Dio, la Bibbia, che ci ispira con parole essenziali, le quali nascondono però grandi concetti d’amore per noi, semplici lettori e indagatori del Vangelo. Vangelo parola abusata da chi forse confonde il sentito dire, alcune sintesi o modi di sostenere con la realtà dello scritto, scambiando il messaggio e la interpretazione personale con il sunto evangelico. Certo le citazioni evangeliche non ci mettono al riparo se esse sono utilizzate per altri scopi, che quello di esaltare la Verità insita in essa.
E’ vero, nel percorso individuale di fede ogni scoperta della Parola arricchisce enormemente il nostro spirito, la nostra conoscenza fino a che la luce completa si sprigioni interamente e la Verità di Cristo inondi il nostro cuore e la nostra mente. Infatti di questo si tratta, di una Verità che non può essere ingabbiata da riti o da superstizioni, che esulano dalla Parola di Dio e affondano nell’idolatria, la quale a prima vista non appare così grave perché induce ad atteggiamenti religiosi e devoti o pii verso oggetti di culto, ma non verso Dio.
(Ev. Giovanni 4:23) Ma l’ora viene anzi è già venuta che i veri adoratori adoreranno il Padre in Ispirito e Verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dunque occorre vigilare perché dalla lettura della Parola sappiamo trarre quelle nozioni che servono alla fede genuina, basata sul Vangelo, e non su deformazioni spirituali che appagano il comportamento personale ma non all’anima.
Tenere il buono
(Ev. Giovanni 2.10) Invece hai tenuto il vino buono fino a ora. Bella affermazione e plauso che Gesù compie a favore dello sposo rimasto senza risorse, a rischio di una pessima figura in un giorno particolare di gioia e felicità, che non salvaguardava il complesso della festa ma si sarebbe risolto in un fiasco solenne. Ma c’è Gesù con tutto il suo amore e si risolve ogni cosa, Lui fa il miracolo, indipendentemente dai consigli o dalle circostanze in ci gli uomini cercano di entrare per contare. Lui solo manifesta la Sua Gloria, le comparse della scena, i giudizi anche benevoli di approvazione, i servizi necessari per il miracolo, non offuscano minimamente lo splendore personale del Salvatore , che dirige le fasi perché tutto sia perfetto e rivesta l’approvazione celeste del Padre. Sovente, in questo primo miracolo di Gesù si perde la centralità del messaggio cristiano, le nozze proposte sono le nostre, non c’è dubbio, quelle dove noi siamo invitati a far parte della schiera dei salvati che incontreranno lo Sposo Gesù, quando tornerà a raccogliere per l’eternità la sua sposa, cioè la chiesa.
Quando parliamo di chiesa intendiamo tutti i riscattati, che hanno creduto nel sacrificio del Signore alla croce e sono stati per la fede, deposta in Lui, liberati dal peccato e dalla morte perché fidenti nel sangue del Signore Gesù. E’ vero, i credenti in Cristo, quelli raggiunti dal vino buono tenuto in serbo per la fine della festa, sono ben contenti di ottenere lodi di plauso; è la grazia di Gesù che permette questa loro approvazione immeritata, come nel giorno dell’incontro con lo sposo, ben specificato dalla parabola delle dieci vergini che corrono incontro alla voce invitante per accedere alle stanze del Re. L’unica ragione differenziata tra le savie e le stolte era nell’olio, perciò occorre verificare se l’abbiamo per non essere preda di illusioni.
Manifestò la sua Gloria
Ecco dunque un altro argomento che si appropria della nostra intelligenza per introdurci a considerare la gloria incondivisibile di Cristo. Molte persone anche pie pensano che altri personaggi possano essere equiparati o possedere la gloria salvifica di Gesù. Eppure, come nel racconto si dice, Lui solo è l’autore e il propagatore della vera gloria; la sua Parola quando è riempita fino all’orlo della vita (Ev. Giovanni 2:7) Riempite d’acqua i recipienti, ed essi li riempirono fino all’orlo, compie il rinnovamento in virtù del suo intervento di introduzione nella Verità. Essere guidati dalla Parola del Vangelo e dallo Spirito Santo è ben diverso da possedere una religione, che seppur giudichiamo idonea per le nostre esigenze, va confrontata se questa riflette la gloria di Cristo, perché potrebbe non essere il buon vino proposto da Gesù.
In quella casa vi era del vino buono e men buono, quando si era bevuto abbondantemente e l’equilibrio mentale era alquanto disorientato o alterato, ecco arrivare la qualità più scadente. Un Vangelo annacquato è il pericolo di oggi, che sotto mentite spoglie si contrabbandi ciò che non è Vangelo o non concorra in modo netto per la gloria del solo Salvatore. La materia è chiara, manifestò la sua Gloria nel primo dei suoi miracoli, soggiunge la Parola, dunque il messaggio per noi è evidente. Facciamoci avvolgere da questa gloria, la prima dopo quella lasciata nel cielo dal Signore per affrontare l’incarnazione e l’umiliazione del corpo umano.
Orbene, occorre che Gesù operi la purificazione come in quei sei recipienti di pietra, nel nostro cuore di pietra, duro, quasi impenetrabile per il nostro peccato, bisogna che il buon vino inebri con i suoi poteri e rechi pace. Gesù con la sua Parola e le sue indicazioni traccia la via del perdono e del ravvedimento proponendoci la sua soluzione al nostro problema di morte e di separazione dal Padre attraverso la fede nel suo sacrificio. E’ vero, il suo sacrificio è sottovalutato, si dice che salva ma bisogna meritarselo. Invece lo sposo del racconto nella parabola non meritava nulla, era in balia delle onde come tutti i peccatori, inadeguati a governare l’evento. Solo Gesù gli da Grazia.
Il vino come comunione
Lo stesso noi, impossibilitati a fare il bene che vorremmo per conquistarci la salvezza, è la Grazia di Gesù che ci conforta nella via della salvezza, additandoci nel sangue della croce, il rimedio da ottenere e la liberazione dalla morte eterna. Quindi necessita conoscere il valore espiativo del sangue di Cristo, cioè il buon vino, per accedere alla comunione con Dio e alla sua pace: (Ep. Colossesi 1:20) Avendo fatto la pace mediante il sangue della croce. (Ev. Giovanni 6:56) Chi beve il mio sangue dimora in Me e io in Lui. Dunque per dimorare in Cristo, nella sua unione, bisogna essere lavati dal suo sangue e dalla sua Parola che è Spirito e Vita.
(Ep. Tito 3:5-6) Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che Egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù nostro Salvatore. Ancora:(Ep. Tito 2:14) Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone. Infine: ( Ep. Tito 3:79 Affinchè giustificati dalla sua Grazia diventassimo in speranza eredi della vita eterna. Con la citazione di questi passi possiamo comprendere come molte delle supposizioni di essere nel giusto secondo alcune tradizioni, crollino per lasciare spazio alla vera attitudine della fede, quella di confidare esclusivamente nel Re di gloria, che dispenserà la sua regale realtà agli invitati alle nozze dell’Agnello.
Paolo nell’Epistola I a Timoteo (5:15) scrive: Infatti già alcune si sono sviate per andare dietro a Satana. Che tristezza, sapere che dopo essere stati illuminati dalla Parola come magari oggi, possiamo rifiutare la considerazione di rivedere la nostra fede, il sapere se siamo veri adoratori, oppure, se siamo stati salvati ed ora in attesa del Redentore; noi auspichiamo che i nostri cari lettori sappiano motivarsi nella ricerca della pace e della gioia in Cristo Gesù, leggendo con profitto il suo Evangelo. Con le nostre semplici citazioni bibliche a riguardo, cerchiamo di contribuire al ristabilimento giusto della gloria di Gesù, l’unico glorioso Salvatore degli uomini.
Ferruccio Iebole
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