NASCOSTA CON CRISTO IN DIO

Sono trascorsi alcuni intensi anni di predicazione dell’Evangelo e di riflessione biblica, conseguita dall’apostolo Paolo, dal giorno della straordinaria apparizione di Gesù sulla via di Damasco, dove l’ex persecutore della chiesa ha potuto sperimentare da allora, la profondità dell’amore di Cristo nella sua vita. Ora pur in catene scrive ai Colossesi per consolarli, utilizzando meditazioni sul mistero di Cristo, spiegando l’identità di Gesù e il suo piano di salvezza.

Non possiamo guardare alla vita di Paolo senza coglierne le difficoltà e le prove durissime, portate avanti dall’apostolo per la proclamazione dell’Evangelo, sostenuto comunque dalla guida dello Spirito Santo e dal conforto di Gesù nel predicare la Parola della Gloria.

La vita eterna

L’asserzione paolina sulla vita eterna da conseguire per Grazia e per fede, ha basi ben precise, che Paolo sottolinea e chiarisce definitivamente con assoluti che non possono essere discussi. Infatti scrive nell’epistola ai Colossesi (3:2) La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio, affermando:

  1. La vita eterna è nascosta, raggiungibile ma non accessibile senza la via unica della fede;
  2. Essa risiede con Gesù Cristo risorto e glorioso;
  3. E’ depositata in Dio Padre e salvaguardata da Lui stesso;
  4. Resta una vita in attesa di una manifestazione celeste ed eclatante riservata per dei credenti;
  5. Rimane preparata nel tempo di grazia per quelli che aspirano a cose spirituali, collocata con Gesù seduto alla destra di Dio;
  6. E’ in aspettativa di essere resa visibile cioè decifrabile nei risuscitati avvolti da un alone splendente di gloria;
  7. Un evento unico, irripetibile e straordinario, farà da corona a Cristo e i credenti uniti assieme, in un corpo dove manifesteranno questa vita perfetta ed eterna nel cielo, donata gratuitamente da Gesù ai credenti terrestri nel suo nome.

Pare evidente che la condizione per essere presenti e coinvolti all’apparizione gloriosa di Gesù Cristo nel cielo, occorra (Ep. Colossesi 3:9-10) Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di Colui che l’ha creato. Perciò, secondo quanto detto da questo versetto, la vita eterna richiede oltre a quelle qualità proprie, come celeste, spirituale, gloriosa, senza scadenza, una peculiarità che abbraccia una condizione verificata in terra, con un percorso non subordinato al soggettivismo, all’improvvisazione o a piacimento. Il cammino si svolge su basi sicure, ferme e già immaginate dal Salvatore, anzi radicate e  alimentate dal progetto del Creatore, con un traguardo vincolato ancora ad un luogo ben preciso e alla persona del Redentore. Gesù nel suo insegnamento terreno, durante la sua prima apparizione, parlando della vita eterna l’aveva paragonata a presenziare a una festa, a un raduno intorno a un banchetto o a una celebrazione di nozze, dove l’allegria  e la gioia erano altamente diffuse come l’aria respirata.

Un esempio calzante.

 L’accento partecipativo posto, era racchiuso nei due verbi già considerati: spogliati e rivestiti. Per presenziare all’atmosfera lieta e di esultanza di quella festa, bisognava assecondare le regole imposte dal padrone di casa. (Ev. Matteo 22:11) Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. Questa era la regola, per rallegrarsi occorreva l’abito; in se stessi per dei superficiali o illusi, roba di poco conto; ma per il sovrano era l’indumento emblematico, riconoscitivo e fondamentale. L’abito di nozze da indossare aveva delle caratteristiche come la vita eterna: era confezionato da altri senza il contributo di chi l’indossava, esteticamente era molto decoroso perché l’ordine e l’eleganza emanavano la condizione per non sfigurare, la proprietà del vestito risaliva al re e indossarlo rivelava l’ubbidienza e la fiducia nelle capacità dell’organizzatore e l’omaggio al suo lignaggio. Ancora, l’abito era un segno di riconoscimento per allontanare intrusi indecorosi, perché lo scopo era anche quello di rendere onore e ringraziamenti al reale invitante e allo sposo, che perfettamente avevano immaginato i contorni per la riuscita armonica della festa. Il concetto delle nozze indicato nella parabola, è perciò riproposto da Paolo nei Colossesi, sostituendo non l’abito ma le persone. In sostanza non si trattava di indossare solo un abito, ma occorreva sostituire la natura degli invitati che sono classificati in due specie:

  1. Uomini vecchi
  2. Uomini rinnovati

Questo interrogativo pone in evidenza la nostra personale scelta di essere compresi tra queste due schiere con aspettative di esclusione se appartenenti ai vecchi, o di inclusione se annoverati con i rinnovati dalla potenza della Parola dell’Evangelo. Il destino della vita eterna dipende da queste due categorie e dalla nostra volontà di conoscere più profondamente il Creatore vivente e la sua Salvezza.

La proposta di Gesù.

Il programma per aderire alla vita eterna e alla conoscenza pregnante del Salvatore è molto semplice e nello stesso tempo impegnativo. Come accennato, occorre non indossare un abito religioso, ma cambiare natura. Gesù rispondendo a Nicodemo diceva (Ev. Giovanni 3:7) non ti MERAVIGLIARE se ti ho detto: bisogna che nasciate di nuovo. In precedenza Gesù aveva affermato (v. 5) In verità in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ancora (v. 3) In verità in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. In conclusione per accedere alla vita eterna essendo questa celeste, occorre una nuova natura come esplicato. Questa si afferra come dice: (II Ep. Pietro 1:3-4) La sua potenza divina ci ha donato TUTTO ciò che riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù, attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse, perché per mezzo di esse  voi diventaste partecipi della natura divina, dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. L’analisi proposta spiega che per entrare nel regno di Dio bisogna acquisire la natura divina adatta per l’eternità e, questa deriva dal nascere di nuovo come insegnato da Gesù. E’ la conoscenza intima di Cristo, il Redentore, il Mediatore, il Salvatore, guidata dallo Spirito Santo, quella che redime e fa acquisire la nuova natura al peccatore, quando questi si ravvede dai peccati e ascolta la voce rigenerante di Gesù.

Le parole di Gesù.

Il Salvatore disse: (Ev. Luca 19:10) Il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perduto. Tutti gli uomini sono perduti, morti spiritualmente, peccatori e lontani da Dio, nonostante le dichiarazioni assolutorie autodidatte, dispensate a piacere e per la gioia personale. In realtà se la fede in Cristo e nella sua opera espiatoria, non viene esercitata e riposta nel Salvatore perché non conosciuta, non scaturisce da essa la nuova nascita perché si ignora l’opera dello Spirito Santo. Risulta sicuro che non indossando Cristo, non vi è stata l’appropriazione della vita eterna. (Ev. Matteo 16:25) Ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. Questo principio è solenne: vuoi la vita eterna? Affidati alla conoscenza, alla rivelazione della Parola e alla guida dello Spirito Santo. L’arrivo al traguardo della fede in Cristo, dopo l’armonioso insegnamento nella conoscenza di Gesù, ti permette di nascere di nuovo ed essere partecipe alle grandiose promesse del Signore Gesù. Ancora: (Ev. Giovanni 10: 11) Io sono Il Buon Pastore; il Buon Pastore dà la sua vita per le pecore (v. 4) va davanti a loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Dunque l’obiettivo per avere la vita eterna è conoscere il Signore Gesù e ascoltare la sua voce, che ritroviamo fluente e indispensabile nella Bibbia. Dopo il ravvedimento, il pentimento e la confessione a Cristo dei propri peccati, la sua Grazia, una volta impossessati della natura divina, ci preserva costantemente con l’assistenza del Promulgatore della vita e della crescita, verso la chiarezza dell’immagine del Creatore. L’azione benefica dello Spirito Santo dischiude davanti al nato di nuovo, tutte le grazie necessarie per l’approfondimento della conoscenza del Salvatore per meglio magnificarlo, perché la meta è  (Ev. Giovanni 11:40) non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?

Un cammino armonioso.

La fede nella conoscenza di Gesù, il suo modello reso intelligibile per un cuore rinnovato, ci permette di risaltare la nostra inadeguatezza per compiere totalmente la sua volontà e a cadere in molti sbagli. Occorre andare oltre la commiserazione di se stessi, e guardare con fiducia nel Creatore della vita eterna, assicurata dalla sua costante fedeltà. Nella parabola del Buon Pastore Gesù dice con tono rassicurante: (Ev. Giovanni 10:28) non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Perciò  Paolo afferma: (Ep. Colossesi 1:22) Ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di Lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a Se santi, senza difetti e irreprensibili. E’ veramente una cosa grandiosa l’essere salvaguardati dalla Grazia divina, che interviene assicurandoci un patrimonio di favore nella persona di Gesù Cristo. Lui è garanzia di salvezza eterna e della sorte perenne di quelli che credono in Lui, assicurandoli nell’assenza di difetti all’esame puntiglioso della giustizia divina nel giorno del giudizio. Nessuno si nasconde dietro facili illusioni, di saper resistere contro le molteplici tentazioni o i subdoli attacchi dell’avversario, ma l’antidoto consiste  in due versi: (Ep. Colossesi 3:16) La Parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza, e (I Ep. Giovanni 2:1) e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un Avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il giusto.

La Parola dell’Evangelo della Grazia di Cristo, svolge egregiamente il  compito di sostegno e di nutrimento dell’anima dei credenti, la consolazione della Bibbia è notevole per assicurare nella Verità i nati di nuovo. (Ep. Colossesi 1:10) crescendo nella conoscenza di Dio e (Ep. Colossesi 1:5) a causa della speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la predicazione della Verità del Vangelo.

Conclusione.

(Ep. Colossesi 3:1) Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Questo solenne avviso riempie di gioia il cuore e aumenta la fede nell’opera di Gesù nella vita travagliata dei credenti, sapendo le difficoltà della testimonianza cristiana non capita dal mondo. Purtroppo molte anime sono affascinate più dalle vanità della mente, sono preda della filosofia o dalla tradizione religiosa, senza cercare un genuino confronto con la Verità dell’Evangelo. La vita eterna così chiara nell’esperienza personale con il Salvatore, rimane confusa e lontana, quasi una chimera nebulosa e inavvicinabile, per quelli che sono distolti dalle varie vicissitudini che scorrono nel tempo. Le preghiere che eleviamo per i nostri lettori sono indirizzate a incontrare Gesù nella Bibbia e, a essere presenti per il giorno del tripudio glorioso dell’apparizione di Cristo Gesù (Ep. I Tessalonicesi 4:15-16).

Ferruccio IEBOLE

 

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