AFFIDALE A UOMINI FEDELI, CAPACI DI INSEGNARLE

L’apostolo Paolo scrivendo a Timoteo promuoveva il proposito della diffusione dell’Evangelo, sottolineando il dono ricevuto fin dall’infanzia dal giovane evangelista e ricordando il valore delle Sacre Lettere, che conducono alla piena conoscenza della Verità.

Il grande erudito nonché apostolo Paolo era consapevole di come Dio avesse affidato (Ep. Romani 3:2) gli oracoli o le rivelazioni al popolo di Israele; queste non erano state credute e accolte fiduciosamente, ma la fedeltà divina non si era dissolta; certamente non avevano potuto afferrare il riconoscimento di Gesù quale Messia, ma gli israeliti non venivano abbandonati dalla Provvidenza. Ora mediante la predicazione della Buona Novella, cioè Cristo nostra giustizia, l’appello al ravvedimento si propagava con questo nuovo verbo, di cui Timoteo era divenuto in positivo, uno dei protagonisti. Infatti, con (II Ep. Timoteo 2:8) Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide secondo il mio Evangelo, Timoteo era sollecitato a considerare la provenienza terrena del Salvatore, quale discendente regale della tribù di Giuda, e a riflettere sulle promesse riguardanti il Regno messianico, che non venivano ritenute scadute, ma che al ritorno di Gesù dal cielo in gloria, si sarebbero adempiute letteralmente. (I Ep. Timoteo 6:14 a 16) fino all’apparizione del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile, che nessun uomo ha visto né può vedere, a Lui siano onore e potenza eterna. Amen. La verità del ritorno di Gesù deve riempire i cuori dei credenti che lo aspettano, e indirizzare la fede di quelli che non conoscono.

Un modello di sane parole

La giusta preoccupazione dell’apostolo Paolo per il suo giovane allievo era che si fortificasse nella fede e nella conoscenza dell’Evangelo. La conoscenza non era solo un metodo di applicarsi e divenire uno specialista di dottrine bibliche, dove sovente si verifica la sola memoria dei passi, o l’interpretazione di versetti che favoriscono la trasmissione di un unico modello biblico, come succede oggi per alcuni ben pensanti o religiosi. Raggruppare un nucleo di versetti biblici non compone una dottrina cristiana, ma (Salmo 119:160) La somma della Tua Parola è Verità. Il Vangelo sorretto dalla potenza di Dio (II Ep. Timoteo 1:8) era un’altra cosa, lontano dai sistemi di apprendimento religioso. Ecco alcune caratteristiche per giungere al traguardo della Verità, utilizzando esclusivamente il pensiero paolino.

  • Per Paolo i punti fondamentali dovevano dipendere dalla consapevolezza della promessa di vita che risiede in Gesù. (II Ep. Timoteo 1:2) Secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù. Questa promessa deve essere l’anelito più profondo per ogni anima. Considerare Gesù come unico Dispensatore della vita eterna rimane il primo fondamento della vita cristiana.
  • ( II Ep. Timoteo1:2) Grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Gesù Cristo nostro Signore. In secondo luogo Paolo ricorda come per comprendere la Buona Novella occorrano le tre grazie sopra elencate, non con una approssimativa ricezione dei testi o con commenti autonomi delle Scritture. Senza Grazia non si giunge a nessun traguardo di Verità, ma questa attizza l’intelligenza per afferrare il vero dettato della Bibbia. (II Ep. Timoteo 2:7) Il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa. Un passo analogo dice: (Ep. Efesini 1:7-8) Secondo le ricchezze della sua Grazia, che Egli ha riversata abbondantemente su di noi, dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza.
  • Il terzo fattore passa per il dono e il deposito (II Ep. Timoteo 1:14) Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi, e (V 6) ti ricordo di ravvivare il carisma di Dio che è in te. La Verità biblica la si raggiunge con la guida e l’aiuto dello Spirito Santo, che ravviva il nostro personale dono per l’avanzamento nella comprensione della Parola di Dio. La scuola dello Spirito Santo è il corso più sicuro per crescere nella verità dell’Evangelo.
  • Un quarto avvertimento è (II Timoteo 1:13) Prendi come modello le sane parole che hai udite da me, con fede e l’amore che si hanno in Cristo Gesù. Un secondo passo afferma: ( II Ep. Timoteo 3:16) Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni buona opera. Il fatto di considerare la Scrittura come Parola di Dio è altresì di vitale importanza per giungere alla sana dottrina, come detto seconda Epistola a Timoteo 4:3. Bisogna essere completamente certi che fuori dalla Bibbia, ci sono solo favole, pruriti d’orecchie e confusioni religiose appaganti la superbia spirituale umana.
  • (II Ep. Timoteo1:9) Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata non a motivo delle nostre opere ma secondo il suo proposito e la Grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall’eternità. Questo quinto punto cioè il chiaro versetto citato, ci rivela come occorra avere una tersa visione dell’opera di Gesù sulla croce. Senza l’analisi dei molteplici benefici di Cristo, cioè conoscere il valore delle sue sofferenze, della sua morte vicaria per il perdono dei peccati commessi da tutti gli uomini, non sapere come la sua resurrezione sia la garanzia della nostra vita eterna, ebbene senza queste pietre miliari di Verità, siamo ancora avvolti nella morte spirituale. Paolo continuava dicendo (II Ep. Timoteo 1:10) Ma che è stata ora manifestata, (la Grazia) con l’apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e messo in luce la vita e l’immortalità, mediante il Vangelo. Orbene di fronte a queste affermazioni riassuntive dell’opera di Cristo in terra e in favore dei peccatori, bisogna mettere in funzione la fede; se il convincimento della Parola è stato genuino e se la comunicazione divina è giunta al cuore e alla mente di chi legge la Bibbia, il passo successivo è accettare Cristo come personale Salvatore. Se leggendo la Parola abbiamo inteso la chiamata della Grazia abbandoniamoci a Cristo Gesù.
  • (II Ep. Timoteo 3:7) Giungere alla conoscenza della verità. L’esempio proposto da Paolo consisteva in due facce o due costatazioni; una era in opposizione alla Verità, e Paolo indica due personaggi dell’Antico Testamento come Ianne e Iambre, additandoli come esempi negativi, persone (v. 8) che si oppongono alla Verità, detengono una mente corrotta e immodificabile, perché non hanno dato una buona prova nell’esercizio della fede. Poi vi è l’altra parte (II Ep. Timoteo 3:10) Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento; quale era il vero insegnamento? Timoteo poteva guardare all’esempio concreto di Paolo, cioè la sua condotta, i propositi, la fede, la pazienza, l’amore, la costanza, le persecuzioni, le sofferenze. Ecco l’insegnamento paolino corroborato da un esempio vivo (II Ep. Timoteo 2:15) Sforzati di presentare te stesso davanti a Dio come uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che dispensi rettamente la Parola della Verità. Quando mancano queste attitudini, occorre allontanarsi dall’insegnamento proposto, non è il vero Evangelo. Dispensare rettamente la Parola, vuol dire non aggiungere dogmi umani alla Scrittura, ma lasciare piena guida ad essa, che sa parlare.
  • Un altro esempio: se in noi si è verificata la fede in Cristo Gesù e siamo nati di nuovo, ( II Ep. Timoteo 2:11) Se siamo morti con Lui, anche vivremo, è bene prendere una netta posizione (II Ep. Timoteo 2:22) Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l’amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro. Non è difficile saper chi invoca il nome del Signore, ringraziandolo per la gioia della salvezza ottenuta per grazia e per fede. Con essi si può condividere la comunione per glorificare Dio e il Figlio. Infine si può (II Ep. Timoteo 2:25) Istruire con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la Verità. La predicazione evangelica è sempre positiva e attende le conversioni alla Verità. Ancora un consiglio: ( II Ep. Timoteo 2:19) Il Signore conosce quelli che sono suoi e si ritragga dall’iniquità chiunque pronunzia il nome del Signore.
  • Infine l’ultima considerazione: (II Ep. Timoteo 2:10) Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti affinchè anch’essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Non c’è dubbio che la salvezza risieda in Gesù, lui garantisce: ( II Ep. Timoteo 2: 13) Se siamo infedeli Egli rimane fedele perché non può rinnegare se stesso. L’esordio di queste riflessioni partivano da (II Ep. Timoteo 2:2) Affidale a uomini fedeli che siano capaci di insegnarle anche ad altri. Sicuramente non siamo all’altezza del compito proposto, ma ci proviamo.

Conclusione.

In conclusione è importante ricordare (II Ep. Timoteo 4:18) Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A Lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. Con questa speranza scrivo queste poche righe che potrebbero forse interessare qualche lettore. Termino con la citazione di un passo: ( II Ep. Corinzi 5:17-18)  Se dunque uno è in Cristo egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con Sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.

Ferruccio IEBOLE

 

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