VEDERE L’AIUTO SOPRA DI NOI
Dove guardiamo se quello che abbiamo davanti ci sembra un ostacolo insormontabile e la ritirata non è possibile? Non ci sono vie di fuga, né a destra né a sinistra. Stare fermi sembra l’unica opzione possibile, ma certamente non la soluzione.
Il senso di smarrimento e paura che ci attanaglia davanti a una malattia, a un tracollo finanziario, a una separazione dolorosa, a una perdita improvvisa, può non farci vedere che l’aiuto è proprio lì. Il problema è che servono occhi che sappiano vedere anche quello che non si vede.
Non è stato certo un buon risveglio. L’ennesimo assedio era iniziato, la città era circondata e non c’erano passaggi segreti da cui fuggire da quella incombente e drammatica situazione. Non restava che tenere la posizione e combattere, anche se la differenza delle forze in campo non dava molta speranza. Questo deve aver pensato il servo del profeta Eliseo, davanti all’accerchiamento dei Siri alla piccola città di Dotan. Leggiamo: l re vi mandò cavalli, carri e numerosi soldati, i quali giunsero di notte e circondarono la città. Il servo dell’uomo di Dio, alzatosi di buon mattino, andò fuori e vide che un gran numero di soldati con cavalli e carri accerchiava la città. Il servo disse all’uomo di Dio: «Ah, mio signore, come faremo?» (2 Re 6:14-15). Il servo di Eliseo aveva già visto i miracoli che Dio aveva fatto attraverso il profeta, ma questa volta… come faremo? Come uscire da questa situazione? L’obiettivo diretto era proprio lui, Eliseo, ma tutta la città avrebbe pagato un prezzo altissimo. Però Eliseo non si scompose. Era più preoccupato dell’angoscia del suo fedele servitore, che dell’esercito dei Siri. E gli parlò così: Quegli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro». (2 Re 6:16). Più numerosi? Ma dove sono tutti questi uomini che dovrebbero combattere e vincere? Lui non vedeva altro intorno a sé se non “un gran numero di soldati con cavalli e carri” che li stava per attaccare.
Eliseo sapeva che a quel punto era solo Dio che poteva far capire al suo servitore quello che voleva dire, quindi “Eliseo pregò e disse: «SIGNORE, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda!» E il SIGNORE aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo” (2 Re 6:17).
Non era un esercito umano quello che doveva vedere, ma l’esercito di Dio. Un esercito che non si vede, ma che è ben presente attorno tutti coloro che amano il Signore: L’angelo del SIGNORE si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera (Salmo 34:7).
E mentre Dio apriva gli occhi al servo di Eliseo, contemporaneamente chiudeva gli occhi di coloro che volevano il male del profeta e della città in cui viveva (2 Re 6:18).
Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne (2 Corinzi 4:16-18).
In alto lo sguardo e occhi aperti!
Tratto dal blog “La Nuova Nascita”
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