APPLICATI ALLA LETTURA, ALL’ESORTAZIONE, ALL’INSEGNAMENTO
L’invito di Paolo a Timoteo era stato chiaro e preciso, pieno di raccomandazioni fraterne perché la sua istruzione, il suo esempio fossero di stimolo concreto e modello cristiano per il giovane evangelista e propugnatore del Vangelo di Cristo. Infatti Paolo scriveva (I Ep. Timoteo 4:13) Applicati, finchè io venga, alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento. Dunque la traccia da seguire era proprio questa indicata da Paolo che in primis, consisteva nell’applicarsi alla lettura, beninteso delle Sacre Scritture antiche e di quelle che prendevano forma in quei medesimi giorni, per rivelazione e promozione dello Spirito Santo, redatte su Sua ispirazione.
E’ vero la dottrina cristiana prendeva forma scritta, non solo orale, come testimonianza e come messaggio salvifico da parte di Dio. L’elaborato evangelico utilizzava sostanza con l’aiuto dello Spirito di Verità, che aleggiava e aleggia tutt’ora su chi legge la Bibbia. Come più volte detto la Bibbia è l’unico libro, che quando uno lo legge, il suo Autore è presente e rivela la Verità in essa contenuta. E’ interessante come al tempo degli Atti degli Apostoli, Dio stesso interveniva in quei frangenti con la sua supervisione nel lavoro di testimonianza effettuata.
Episodi di testimonianza e di esortazione
(Atti 8:11-12) E gli davano ascolto perché già da molto tempo li aveva incantati con le sue arti magiche. Ma quando ebbero creduto a Filippo, che portava loro il lieto messaggio del regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, furono battezzati uomini e donne. Orbene, è notevole e degno di sottolineatura come il Vangelo sia stato sparso tra quegli uomini e donne, che prima vivevano nella magia, in comportamenti che disprezzavano Dio e sottoponevano chi praticava tali atteggiamenti alla completa sottomissione del Tentatore; il quale vantava la proprietà dei corpi e delle anime incatenate dalla magia. La superstizione, gli oroscopi, gli amuleti portafortuna, ancora, l’evocazione degli spiriti dei defunti, fanno parte di questa scienza mortifera vietata da Dio.
Ma, il Signore nella Sua Grazia, raggiungeva con la sua potente Parola queste anime in balia dell’Avversario, dispensando il suo fascino amoroso e parole di vita eterna, per far risaltare la differenza, tra le menzogne e la magia con la Verità di Cristo. E’ prezioso il confronto tra il Regno di Dio e il nome di Gesù, con il regno dell’errore, della magia e delle tenebre. Il primo ci parla oggi di salvezza dell’anima per l’eternità, l’altra ci parla di dipendenza e schiavitù del peccato e della morte. Ecco perché Paolo indirizzava Timoteo alla lettura, affinchè la sua crescita nella conoscenza biblica si realizzasse con intensità e intelligenza nelle cose spirituali.
Il nome di Gesù doveva essere divulgato e la predicazione accompagnata con la potenza dello Spirito nella diffusione evangelica. Il messaggio del Vangelo “Cristo in noi speranza di Gloria”, sintetizzava bene ciò che avveniva nel cuore di chi credeva nel Redentore per essere rinnovato internamente. La Parola rassicurava pertanto chi credeva al Nome e all’opera di Gesù, spargendo un senso di certezza e di piena confidanza pacifica nel Salvatore.
Un secondo episodio
(Atti 9:31) Così la chiesa per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria aveva pace ed era edificata; e camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di numero. (Ep. Ebrei 2:4) Mentre Dio stesso aggiungeva la Sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la Sua volontà. Dunque il Signore aggiungeva alla chiesa i credenti adulti che credevano, perché avevano capito il Vangelo come nell’episodio precedente di Filippo ci dichiarava, allora il numero cresceva. E’ vero chi faceva professione di fede, avendo abbandonato la magia, il peccato, veniva battezzato e annoverato nel numero degli eletti.
Oggi molte religioni battezzano inconsci bambini, che vengono arbitrariamente e presumibilmente aggiunti alla chiesa, ma senza nessun riscontro nella vita perché neonati. Il racconto biblico invece ci conferma di un battesimo di adulti, in cui i segni del ravvedimento e della nuova nascita siano ben distinguibili, e le tracce della magia o della schiavitù del peccato siano giustamente scomparsi. Non vi erano dubbi di sorta sul Nome di Gesù come Salvatore, ne veniva messo in discussione il Suo Regno, i cui frutti si scorgevano in modo evidente con il cambiamento di vita, negli uomini battezzati, chiamati dalla luce e dalla voce di Cristo a nuova vita.
Questi poi venivano consolati e camminavano con l’aiuto dello Spirito, che infondeva loro timore di Dio e induceva a testimoniare per vedere realizzarsi le promesse di Dio, con segni e operazioni potenti di Verità. Anche lo Spirito distribuiva i suoi doni ai credenti per renderli coraggiosi e franchi nella predicazione, secondo il suo piano ben delineato nella volontà di dare credibilità alla nuova fede raggiuta.
Il secondo consiglio era nell’esortazione
(II Ep. Pietro 2:18-19) Con discorsi pomposi e vuoti adescano mediante i desideri della carne e le dissolutezze, quelli che si erano appena allontanati da coloro che vivono nell’errore; promettendo loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto. Dunque, appare chiaro l’intento di chi è ancora schiavo delle tenebre, non vuole usufruire della libertà di Cristo, né della Verità della Parola di Dio, perciò l’esortazione di Paolo a Timoteo era che la sua predicazione fosse ancorata all’istruzione ricevuta, la quale consisteva di proclamare il nome di Gesù come Redentore: (Atti 5:31-32) E lo ha innalzato con la Sua destra, costituendolo Principe e Salvatore per dare ravvedimento a Israele, e perdono dei peccati, Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono.
Ancora: (Atti 15:26) i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il Nome di Gesù Cristo. Bene, attenersi alla Parola è il bene supremo che un credente possa anelare: (Atti 13:48-49) Gli stranieri udendo queste cose si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero e la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. In conclusione: (Atti 13:32-33) E noi vi portiamo il lieto messaggio che la promessa fatta ai padri, Dio l’ha adempiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù come anche è scritto nel Salmo secondo: Tu sei mio Figlio, oggi IO ti ho generato.
Il terzo consiglio: l’insegnamento
(II Ep. Timoteo 2:1-2) Tu dunque figlio mio, fortificati nella Grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli che siano capaci di insegnarle ad altri. Nella trasmissione del Vangelo occorre dunque che vi siano uomini altamente fedeli, qualità indispensabile per divenire propagatori e testimoni della Grazia divina, i quali siano capaci di insegnarle non solo a parole, ma con una vita d’esempio lampante. Scordiamo il detto “fai come ti dicono e non come fanno”; un esempio simile può andar bene per la mentalità del mondo, che non distingue ciò che è bene misurato con metro celeste e puro, come si conviene a cose spirituali in presenza di Dio che è un fuoco fiammeggiante.
I molti testimoni evocati da Paolo sono là a confermare la corretta predicazione evangelica, ma se essa latita o è contraria al dettato della Parola, occorre verificarla nella Sacra Scrittura e allontanarla dalla nostra vita. E’ per questo motivo che ci sforziamo di citare sempre la Bibbia, per non andare oltre ciò che è scritto. Sappiamo con certezza che apprezzate, cari lettori, questo modo di procedere nelle spiegazioni, che rilasciamo in queste brevi note che tendono per indirizzarci a riguardare all’insegnamento apostolico. Un forte abbraccio a tutti e a risentirci presto, Dio volendo.
Ferruccio Iebole
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