LENTI DI CUORE A CREDERE
La bonaria riprensione del Signore Gesù ai due discepoli di Emmaus si verificava quando la loro speranza dichiarata, era connaturata per un futuro politico, anelato ma evaporato per la morte del Salvatore. Il pensiero pareva diffuso tra il popolo, i suoi miracoli e le guarigioni ricordate, quel pane miracoloso mangiato in un luogo senza risorse molla per invocarlo e farlo re, erano ricordi ancora vivi e presenti. Al Risorto poco importavano i pensieri umani intorno a una sbagliata visione del suo ministerio terreno; Lui aveva annunciato il Regno di Dio che si era avvicinato agli uomini dichiarandoli peccatori perduti. Il rimedio era Lui, morto e risorto e ancora Maestro per pochi giorni, perché secondo le promesse doveva scendere lo Spirito della Verità cioè di Cristo e di Dio. (Ev. Luca 24:25) Allora Gesù disse: o insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua Gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.
Spiegare le cose che lo riguardavano
Gesù cominciò a spiegare partendo da Mosè cioè dalla legge per istruirli nella Grazia come adempimento della legge. Paolo parlerà chiarendo le funzioni della legge: (Ep. Galati 3:24-25) La legge è stata come un precettore per condurci a Cristo affinchè fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta non siamo più sotto il precettore. A grandi linee ciò è quello sicuramente proposto da Gesù ai due viandanti, i quali ricevevano la spiegazione con interesse crescente, che man mano si trasformava in fede la quale viene dall’udire, ovvero la vera fede evangelica. (v. 22) Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato affinchè i beni promessi sulla base della fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti. Ecco come Gesù illuminava le menti e i cuori dei due viaggiatori pedestri, che avevano accolto la compagnia del Redentore Era evidente che pian piano le cose riguardanti Gesù il Cristo, si dipanavano mettendo a nudo la loro lentezza a credere nelle Sacre Scritture.
Un altro argomento toccato potrebbe essere stato il testo del profeta: (Isaia 53:3-5) Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che Egli portava erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato, ma noi lo ritenevamo colpito percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni ,stroncato a causa delle nostre iniquità il castigo per cui abbiamo pace è caduto su di Lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Se la Scrittura ci conferma che Lui doveva entrare nella sofferenza, questa citazione del profeta sembra appropriata e illuminante. Ancora, se dopo aver sofferto era pronta la Gloria per il Salvatore, come non citare (Isaia 53:10-11) Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato Egli vedrà una discendenza prolungherà i giorni e l’opera del Signore prospererà nelle sue mani. Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto per la sua conoscenza, il mio servo il giusto renderà giusti i molti, si caricherà Egli stesso delle loro iniquità. Orbene, questi e altri argomenti saranno stati spiegati dal divino Maestro ai due pellegrini che avranno apprezzato una lezione così intensa, lungimirante e affascinante per la mente e il cuore.
Una richiesta sensata, una risposta accondiscendente
(Ev. Luca 24:29)Essi lo trattennero dicendo: Rimani con noi perché si fa sera e il giorno sta per finire. Ed Egli entrò per rimanere con loro. Stare con quel personaggio che dispensava così bene la Scrittura era appagante e incuteva sicurezza, perciò la richiesta di fermarsi con loro. Forse vi sarebbero state altre spiegazioni apprezzate per il cuore, o altre rivelazioni sulla misteriosa identità del personaggio. Dunque era meglio averlo assieme che veder svanire tanta sapienza intorno alla Bibbia ebraica e alle profezie. E’ vero, un altro gesto eloquente stava per rivelarsi, segno che avrebbe sconvolto il modo di intendere il Redentore. (Ev. Luca 24:30-31) Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse lo spezzò e lo diede loro Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero, ma egli scomparve dalla loro vista. Orbene, il Signore Gesù ripete la santa cena, se qualcuno pensava a un rito esclusivo per i discepoli, il Risorto l’allarga a questi due sconosciuti, che ricevono occhi aperti per scorgere quelle mani forate mentre spezzavano il pane. Dunque non vi erano più dubbi il compagno di viaggio era il Redentore, che si fermava dietro semplice richiesta di compagnia.
Occorre dire che ancor oggi Gesù se invitato, raggiunge i cuori per portare pace e gioia. Lo spezzare il pane diveniva un distintivo per riconoscere il Risorto (Ev. Luca 24:35) E come era stato riconosciuto nello spezzare il pane. Un secondo segno era stato quello della scomparsa repentina del Signore dalla vista dei due, ora discepoli, che non resistevano alla premura di notificare agli undici di aver visto il Risorto, con il suo corpo che assumeva funzioni sorprendenti come azioni comuni, ma con i segni delle sofferenze in croce ben visibili. La lentezza a credere ora si era trasformata in urgenza di diffondere la notizia, in primis ai discepoli per questo affrontavano subito il viaggio di ritorno, nonostante la notte e il buio poco raccomandabile. La sorpresa però non finiva perché il Signore Gesù si presentava dove loro parlavano di queste cose. Questo ci fa pensare a come Egli sia vigile e presente dove viene testimoniato il suo nome o la sua opera. (Ev. Luca 24:36) Ora mentre essi parlavano di queste cose Gesù stesso comparve in mezzo a loro e disse: Pace a voi. La funzione di Gesù non si era esaurita, dovranno passare altri quaranta giorni di insegnamento particolare perché i discepoli fossero pronti per proclamare il Vangelo, la Buona Notizia di Cristo il Risorto in tutto il territorio d’Israele.
Aprire il cuore e aprire la mente
Il cuore dei due viaggiatori mentre ripensavano all’incontro con il Redentore arrivava alla constatazione che mentre Lui parlava per la via, il loro cuore ardeva per le spiegazioni scritturali ascoltate: (v. 32) non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre Egli ci spiegava le Scritture? E’ vero la Parola non lascia indifferenti quando è ascoltata, e scatta l’ardore per riconoscere come Verità ciò che si ode. L‘azione evangelica non si ferma qui, Gesù ripercorre il medesimo percorso della via di Emmaus per assicurare i discepoli nella autorità delle Scritture, elencando le tre parti che formano l’antico Patto; (v. 44) le cose scritte nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi. Dunque dopo la sottolineatura della autenticità della Parola, ecco un’ulteriore azione di Gesù; (v. 45) Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: Così sta scritto. Quale formidabile messaggio è questo: Sta scritto; esso ci fa risalire alla tentazione di Gesù nel deserto, che allontanò il Diavolo con queste parole. Perciò possiamo far nostro questo passo per combattere la presenza dell’Avversario, proprio mentre Lui ci apre la mente per intendere le Scritture.
Molte persone hanno difficoltà a capire la Bibbia o il Vangelo, occorre affidarsi a Gesù che vuol compiere ancora queste due aperture, perché la Parola possa portare quella pace che era discesa tra i discepoli, e quelle spiegazioni elementari per acquisire la fede che salva. Un consiglio: sebbene siamo magari ancora insicuri di conoscere Gesù o di avere una fede gracile e insicura; possiamo imitare spontaneamente ciò che fecero i discepoli quando Gesù ascese al cielo (v. 52-53) Ed essi adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio benedicendo Dio. Ecco un buon proposito per avvicinarci alla Verità della Bibbia, adorare e benedire Dio, per la luce che vorrà accordarci e per la guida promessa e sicura del suo Spirito. Come già altre volte abbiamo detto, lo scopo di queste note sono scritte per stimolare una conoscenza sempre più precisa e più profonda della Scrittura. Non sappiamo se ci riusciamo, ma siamo senza pretese e senza l’intento di fare proseliti, tuttavia di consolare attraverso il Vangelo delle persone indecise perchè accettino Gesù Cristo come personale Salvatore.
Un caro saluto a tutti con tanta stima e simpatia.
Ferruccio Iebole
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