ASPETTARE UN ALTRO

Nel corso del tempo, l’attesa per un incontro o per un evento, assume un coinvolgimento a volte assoluto, tale da modificare completamente la vita delle persone.

Durante la nostra vita vi è sempre la speranza di un altro evento, di un’altra possibilità, di attendere qualcosa o qualcuno più determinante e favorevole di ciò che abbiamo, cioè prodotto per cambiare una situazione normale in una più propizia e appagante. Gesù, il Salvatore degli uomini, nonostante le negazioni  e le avversioni alla sua persona, si occupa dell’esistenza di ogni creatura, soprattutto delle persone che popolano il pianeta terra. La sua benefica influenza può essere scoperta e apprezzata, oppure negata, rifiutata e respinta sdegnosamente. Eppure milioni di persone possono testimoniare come l’incontro spirituale con Gesù abbia modificato la loro esistenza in positivo, cambiando radicalmente le prospettive di vita, passando dalla disperazione alla gioia, indipendentemente anche dalle situazioni difficili e contingenti. E’ appagante sapere di poter contare in ogni momento del supporto di Gesù e che questo, anche se non richiesto, viene dispensato per Grazia dal Salvatore. Nelle storie di conversioni al Signore, si possono verificare molte situazioni, tutte intese a portare luce e fede, dove prima vi era indifferenza per le cose celesti. Sembra certo però che una serie di concomitanze dirette da un Essere Superiore, concorrano inoppugnabili per un bene spirituale e  per risultati appaganti nella felicità. A volte invece i fatti sono tragici dal punto di vista umano, ma anche in queste calamità un sostegno e delle risorse per affrontare la situazione, trovano appiglio e fiducia per superare la tempesta in un Altro. Si, è vero, un Altro può soccorrerci e proteggerci: è Gesù. La Bibbia dice (Ep. Efesini 3:5) Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora per mezzo dello Spirito è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di Lui. Dunque un vero aiuto!

Una conoscenza guidata

Il verso citato ci dimensiona chiaramente l’azione benefica dello Spirito Santo nel guidare le persone a scoprire l’amore del Padre e la comunione con il Figlio, nel grande progetto di redimere i peccatori. Noi oggi usufruiamo di un grande vantaggio nei confronti del tempo passato, possiamo contare sulla rivelazione dello Spirito, intorno all’opera salvifica prodotta da Gesù Cristo sulla croce. Lo svelamento del mistero, cioè di cose nascoste e riservate, ora splendono nella descrizione dell’Evangelo e ci portano a ringraziare Dio per la sua luce. Conoscere questo mistero vuol dire apprezzare le parole: (Ep. Efesini 2:20) Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare. Questo è un punto fermo che annulla l’aspettativa o la perplessità di Giovanni Battista che si domandava: (Ev. Matteo 11:3) Sei tu Colui che deve venire o dobbiamo aspettare un Altro? Non vi è dubbio alcuno che Gesù è già l’Altro, è la rivelazione di: (Deuteronomio 4: 33-35) Ci fu mai un popolo che abbia udito la voce di Dio che parlava dal fuoco come l’hai udita tu, e che sia rimasto vivo? Tu sei stato testimone di queste cose affinché tu riconosca che il Signore è Dio, e che oltre a Lui non ve n’è nessuno altro! Certamente questa è la rivelazione: i credenti in Gesù sono edificati sul fondamento della Pietra spirituale, preziosa e indistruttibile, la Pietra che ha solidificato come macigno la voce di Dio, che proclama chiaramente: (Ev. Giovanni 6:27) Adoperatevi non per il cibo che perisce,  ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà poiché su di Lui il Padre, cioè Dio ha apposto il proprio sigillo. Nel travaglio della nostra vita, Gesù ci assicura e ci toglie dall’affanno, perché Lui è: (Ev. Giovanni 6:35) Io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà mai più fame, e chi crede in  me non avrà mai più sete. Gesù dispone una salvaguardia potente per i suoi rassicurando: (Ev. Giovanni 6:37) colui che viene a Me, non lo caccerò fuori. Così consapevoli di essere gli Altri, eredi della vigna (Ev. Luca 20:16) siamo certi che la pietra che i costruttori hanno rifiutata è quella che è diventata pietra angolare.

Altri passi nel cammino della fede

Come antecedentemente visto, i credenti sono garantiti di vita eterna perché sfamati con cibo spirituale eterno, adatto a far sussistere quelli che sono edificati sulla pietra angolare. L’edificio costruito sull’unico fondamento cioè Gesù Cristo, sono quelli che hanno trovato l’unico Salvatore, l’unico Pastore, l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Per guida dello Spirito nei meandri della Parola hanno capito che Gesù (Ev Giovanni 6:68) Tu solo hai parole di vita eterna, e  possono far proprie le parole (Ev. Giovanni 6:47) In verità in verità vi dico: chi crede in Me ha vita eterna. Se la fede personale si appropria della voce di Cristo e delle sue promesse enumerate e garantite, (Ep. Efesini 2:22) In Lui, voi pure, entrate a far parte dell’edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito. E’ vero, chi crede in Gesù è destinato a occupare un posto privilegiato nella costruzione divina, dove Dio dimorerà per mezzo del suo Spirito e dove le perfezioni di Cristo saranno ammirate ed esaltate per tutta l’eternità.

Un grande rammarico: passare ad un ALTRO Evangelo

Nonostante queste parole della Bibbia siano così chiare, esiste un pericolo di restare ancora introdotti  e sommersi in una nebbia spirituale, in una specie di confusione che impedisce la chiara visione dell’orizzonte sgombro di foschia, e mantenere più lontana la visione dell’isola del traguardo. L’apostolo Paolo presagendo sui Galati poteva affermare, conoscendo le limitatezze dell’animo umano, (Ep. Galati 1:6) Mi meraviglio che così presto voi passiate da Colui che vi ha chiamati mediante la Grazia di Cristo, a un Altro vangelo. Certamente Paolo poteva asserire: (Ep. Galati 1:11) Vi dichiaro fratelli che il Vangelo da me annunziato non è opera d’uomo e soggiungeva: (v. 20) Ora a riguardo a ciò che scrivo, ecco vi dichiaro davanti a Dio, che non mento. E’ preziosa questa attestazione veritiera; la reputazione di Paolo è messa in gioco per ribadire la sua completa dedizione alla Verità contenuta nell’Evangelo. Purtroppo la mente umana è restia a capire la Verità evangelica e così facilmente, si può essere irretiti nel terreno dell’errore e dello strafare, per acquisire nozioni spirituali senza la costante verifica di veridicità. Il cammino verso la Verità può essere semplice se c’è abbandono, fiducia serena in Cristo, ma se c’è resistenza o superbia di vita, tutto sfuma. Bisogna uscire dalla logica espressa da Luca nel suo Evangelo (18:11) Pregava dentro di se: O Dio ti ringrazio che io non sono come gli Altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri… reputando per se stessi una giustizia  da vantare in presenza di Dio. Purtroppo è solo illusione, nessuno può vantare nulla di fronte alla sua celeste perfezione. Ma è proprio su questo  ambito che irrompono con fare accattivante i trascinatori religiosi, proponendo percorsi piacevoli alla carne, cioè azioni appaganti per far emergere dei meriti inconsistenti e presuntuosi, di nessun valore per la fede cristiana.

Una certezza gratuita

 La bellezza dell’Evangelo risiede in queste parole bibliche: ( Ep. Romani 6:23 ) Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore. Questo è il puro Evangelo che Paolo predicava, la Verità vera; occorre diffidare delle aggiunte, o di percorsi alternativi immaginati da risoluti manipolatori della Verità rivelata nella Bibbia. Bisogna sottolineare (Ep. Romani 5:21) che la Grazia regna mediante la giustizia a vita eterna per mezzo d Gesù Cristo nostro Signore; perciò fuori da questo regno di Grazia, il resto sono aggiunte  inopportune e devianti. Bisogna ribadire la genuinità dell’Evangelo: come il peccato regna producendo la morte, così la giustificazione ovvero il risultato della morte di Gesù sulla croce, può produrre in Grazia la vita.  Gesù morendo in croce acquisiva un bene da infondere gratuitamente e spartire ai peccatori che credono nel suo nome. Questo enorme peso di gloria, in conformità al volere del Padre, è attribuito benevolmente ai credenti da parte dello Spirito Santo che (Ep. Romani 8:16) Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Non vi sono errori di stirpe o di natura; chi crede in Cristo è una nuova creatura, adatta a solcare i cieli della gloria con Gesù.

 Il mistero di Cristo ovvero il disegno eterno

 Occorre avvalorare la infinitamente varia sapienza di Dio, come accennata nell’epistola agli Efesini (3:10) intorno (V.11) al disegno eterno che Egli ha attuato mediante il nostro Signore Cristo Gesù. La sapienza di Dio dispiega verso gli uomini le insondabili ricchezze di Cristo, perché questi possono, come attraverso una lente di ingrandimento,  vedere e rimanere affascinati dalla gloriosa figura del Figlio, che detenendo oltre tutti i doni di Grazia, può anche manifestare, rivelare, chiarire quale sia il piano seguito da Dio (v. 9) per accreditare la Chiesa nel cielo, fra le potenze celesti, come risultato del disegno eterno, nascosto dalle più remote e altre età in Dio il Creatore, ora rivelato in Gesù il Redentore. Il destino glorioso della Chiesa, cioè del raduno delle anime riscattate dal prezioso sangue di Cristo, quelle edificate sulla pietra angolare, sono invitate a dimostrare oggi nel cielo la grandiosa sapienza di Dio, svelata e manifestata con l’ausilio del Salvatore. Fra tutte le grazie confluenti verso i credenti, Gesù dispensa a piene mani anche la possibilità di accostarci individualmente a Dio, senza il timore paralizzante della sua presenza. Evidentemente nell’accostamento, in quella libertà, non è abolita la riverenza o la sacra soggezione;  la via da percorrere è sempre l’adorazione del Padre, da compiere con la fede e la fiducia di essere accolti per mezzo del Redentore, presente e acclamato Sommo Sacerdote e Mediatore  nel cielo.

Conclusione

Non si può tacere come Paolo scrivendo ai Filippesi, li trascinasse a riflettere sul Cristo, che lasciando la gloria celeste, si preoccupasse degli Altri, dei peccatori, degli immeritevoli, con uno spirito di umiltà e mansuetudine straordinario. Il cammino doloroso di Gesù verso il Golgota, porterà il Figlio di Dio a rinunciare a tutte le sue prerogative divine e di unità con il Padre. L’essere uguale al Padre, della stessa natura, non impedirà al Salvatore di indossare i panni del peccato in tutta la sua virulenza, ed averne il corpo innocente, straziato e vilipeso fino alla morte. Quel sacrificio però era trionfante sul traguardo di redenzione, a favore degli uomini peccatori. Non aspettiamo un ALTRO che non sia Gesù Cristo il Signore, Colui che ci chiama amorevolmente a incontrarlo fiduciosamente. La sua protezione onnisciente ci conforta ogni giorno.

Ferruccio IEBOLE

 

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