UBBIDITO DI CUORE A QUELLA FORMA D’INSEGNAMENTO

Il passo preso in esame oggi ci chiarisce un prima e un dopo, vissuto nella presenza di Dio (Ep. Romani 6:17-18) “Ma sia ringraziato Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quella forma d’insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia”.

L’apostolo Paolo  ci comunica che occorre ubbidire a quella forma d’insegnamento che è stato trasmesso; bene siamo sicuri che crediamo a quella forma d’insegnamento integra,  genuina, mai modificata  e giunta fino a noi senza variazioni di sorta? Si, se la Bibbia è la nostra guida e il nostro faro, ma se ci affidiamo agli uomini o alle religioni saremo certamente presi in trappole mortali e non liberati dalla potenza del peccato.

 

Eravamo schiavi del peccato

Paolo afferma (Ep. Romani 3:23) “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. Una dichiarazione che conferma come tutti gli uomini appaiono davanti alla giustizia divina, cioè mancanti  e privi della giustizia e della gloria divina per sopportare indenni ed approvati il giudizio di Dio. Dice ancora: (Ep. Romani 3:20)  “Perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a Lui; infatti la legge, dà soltanto la conoscenza del peccato”. E’ veramente un guaio essere considerati senza nessuna risorsa per superare il giudizio divino, ed ecco apparire le religioni con il carico di soluzioni per affrancarsi dal divino giudizio.

Le soluzioni sono opere impossibili e soprattutto costose che gli uomini male ammaestrati sono disponibili a compiere. È vero, più sono dispendiose le opere meglio aggradano i fruitori dei compensi, anche se alla fine nessuno otterrà nulla, se non l’illusione di aver concorso con orgoglio a una grande opera che sarà bruciata e incenerita sull’altare della disubbidienza. (Ep. Romani 2:16) “Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio Evangelo”.  Quale risultato effimero e inconcludente sarà quello perseguito dai religiosi che rifiutano la Verità di Cristo Gesù, e non hanno dato luogo nel proprio cuore all’ammaestramento dello Spirito Santo, che voleva convincerli: (Ev. Giovanni 16:8-11) “Quando  sarà venuto, convincerà il mondo quanto al  peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato perché non credono in me; quanto alla giustizia perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato”.

 

Dopo l’opera di Gesù quella dello Spirito Santo in favore dei credenti

La spiegazione di Gesù è profonda: essa ripete  che l’opera dello Spirito consiste nel convincere i peccatori, che non credendo in Gesù Cristo rimangono sotto il peccato, che sfocerà nella morte seconda, cioè l’allontanamento perpetuo dalla presenza di Dio. Perciò occorre stabilire un rapporto fiducioso con Gesù, che provvede in grazia a donarci mediante l’Evangelo la vita eterna. Lo Spirito Santo ancora applica al peccatore ravveduto e convertito la giustizia di Cristo conquistata con immani sofferenze sulla croce; atto di riconciliazione accettato dal Padre, e dispensato per grazia a tutti.

Sarà valevole e garante per quelli che credono in Gesù come proprio personale salvatore. Gesù afferma non mi vedranno più cioè sofferente e disprezzato. Tutti  lo vedranno come trionfatore e dominatore del creato e del mondo; poi apparirà come erede di ogni cosa in cielo, il quale sedendo sul trono maestoso avrà per sgabello dei suoi piedi tutti gli avversari e gli oppositori al suo regno di grazia e d’amore. Infine il giudizio, come detto lo Spirito Santo testimonierà che il verdetto è già stato stilato e proclamato con risultato vittorioso di Gesù.

Il trionfo  è già stato redatto, visto l’esito della lotta sulla croce del Leone della tribù di Giuda. Gesù emettendo quel grido trionfante sui suoi nemici che immaginavano con la sua morte di averlo vinto e sconfitto, ribadiva che nessun legame di morte poteva trattenerlo. La resurrezione di Gesù decretava la fine del dominio della morte e del peccato investendo di conseguenza lo Spirito Santo nell’asserire con potenza, che il principe del mondo è già giudicato e condannato senza appello.

 

Ubbidire l’unica risorsa per conseguire per fede la vita eterna

E’ vero ciò che dice Pietro ponendosi la domanda: (1 Ep. Pietro 4:17) “E se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al Vangelo di Dio? Un’altra citazione afferma un severo giudizio: (Ep. Romani 2:8) “ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla Verità ubbidiscono all’ingiustizia”. Tutti quelli che non ubbidiscono al Vangelo sono privati della comunione dei credenti e dello Spirito Santo (2 Ep. Tessalonicesi 3:14) “E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo, e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni. Dunque questi seri ammonimenti ci indicano quale deve essere l’atteggiamento giusto della nostra persona nei confronti della Verità e di ciò che la Bibbia proclama.

 Dobbiamo ricordarci che se sappiamo qualcosa del Signore è per rivelazione della Parola, e perché vogliamo ubbidire con sincerità e fermezza a ciò che abbiamo udito nel cuore. Per questo vogliamo perseguire tenacemente quello che abbiamo recepito, tralasciando vecchie credenze e false sicurezze derivanti dalla tradizione religiosa. Lo splendore del Vangelo deve inondare con la sua luce la nostra vita indirizzandoci senza remora alcuna o indugio verso la Verità. Certo è difficile, pensare di essere nell’errore e lasciarsi guidare da Gesù nella sua Parola, ma Lui non si arrende e continua a parlarci di Verità.

Eppure anche gli apostoli posti davanti alla tradizione, e ciò che avevano creduto fino allora, arrivavano a una conclusione precisa e invitante da imitare con convinzione: (Atti 4:19) “Ma Pietro e Giovanni risposero loro: giudicate  voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio”. Perciò se sono nel dubbio, o noto delle incongruenze nel mio percorso di fede, è giusto affidarsi alle cure della Verità e dello Spirito Santo. Ancora: (Atti 5:29) “ma Pietro e gli altri apostoli risposero: bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini”.

L’ubbidienza alla fede biblica denota uno spirito di felice sottomissione a Dio; forse all’inizio sarà faticoso e sembrerà insicuro, ma siamone certi il Signore non abbandona chi è sincero e vuole liberarsi da vecchie credenze. Infine emerge ancora questo prezioso passo: (Atti 5:32)  “Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono”. Grande rivelazione questa, di sapere come Dio agisce nei confronti di chi lo cerca con fiducia.

 Ubbidire di cuore alla forma d’insegnamento, qual è? Eccolo con la dizione della sola Parola, medicina da credere: (Ep. Efesini 2:4-9) “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con Lui e con Lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che Egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti”.

Orbene  questo è l’insegnamento chiaro che la Bibbia espone per ottenere la vita eterna in Cristo Gesù e per fare dei servi della giustizia; perciò ubbidiamo!

E’ ciò che speriamo per tutti i nostri lettori, che ubbidiate al Vangelo.

 Ferruccio Iebole

 

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