IL RIFUGIO

 Il suono della sirena ti avverte del pericolo imminente e l’unica cosa che puoi fare è correre e raggiungere il rifugio al più presto. Vivere oggi in Ucraina, o in qualunque altro posto in guerra, vuol dire stare con l’ansia continua che qualcosa di brutto possa capitare da un momento all’altro. Vuol dire vivere nella speranza che la sirena non suoni più, ma essere sempre pronti nel caso lo facesse. E poi trovare rifugio, perché lì fuori c’è il rischio della vita. Come unica alternativa hai la fuga, lontano da quegli orrori.
 
Cambiano le epoche e le situazioni, cambiano le armi e le strategie militari, ma la guerra è sempre uguale e il bisogno di rifugiarsi è sempre lo stesso, oggi come allora, come ci dimostra questa immagine.
 

Sirene, fuga e rifugio, ci ricordano anche quanto leggiamo nella Parola di Dio, quando circa 2600 anni fa gli abitanti della regione attorno a Gerusalemme, attaccati da nord, dovettero fare qualcosa di molto simile: Figli di Beniamino, cercate un rifugio lontano da Gerusalemme; suonate la tromba in Tecoa; innalzate un segnale su Bet-Cherem, perché dal settentrione avanza una calamità, una grande rovina (Geremia 6:1).

Prima di allora e dopo di allora, come oggi e purtroppo anche domani, le guerre che infuriano hanno costretto uomini, donne e bambini a scappare e a provare a trovare un luogo dove rifugiarsi.

I rifugi umani però sono poco sicuri e temporanei e anche la fuga non può continuare per sempre. Abbiamo tutti bisogno, in tutte le battaglie della nostra vita, di un rifugio sicuro, permanente e senza più bisogno di fuggire al primo suono di sirena, stando in un continuo stato d’allarme.

Ed è proprio perché Dio conosce questo nostro bisogno che si offre come nostro rifugio. Sono innumerevoli i brani della Scrittura che parlano di Dio come la protezione, la rocca, il rifugio. Un piccolo esempio, dal salmo 62: Solo in Dio trova riposo l’anima mia; da lui proviene la mia salvezza. Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non potrò vacillare… Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare. Dio è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Dio. Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio (Salmo 62:1-2, 5-8).

Mentre cerchiamo di dare un rifugio più sicuro a tutte le persone in fuga dalla guerra in questi giorni, dobbiamo anche pensare a un rifugio definitivo, eterno, per loro e per noi, quello che ci accoglierà quando sentiremo per l’ultima volta una sirena, un suono che chiamerà tutti coloro che confidano in Dio al rifugio celeste: perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore (1 Tessalonicesi 4:16-17).

E mentre siamo ancora qui “troviamo una potente consolazione, noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell’afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti” (Ebrei 6:18). Anche se infuria la battaglia: Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio, il mio asilo. O mio salvatore, tu mi salvi dalla violenza!… Se un esercito si accampasse contro di me, il mio cuore non avrebbe paura; se infuriasse la battaglia contro di me, anche allora sarei fiducioso (2 Samuele 22:2-3; Salmo 27:3).

Tratto dal blog “La nuova nascita”

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