LA NOSTRA COMUNIONE E’ CON IL PADRE E CON IL FIGLIO.

prima del testo dell’articolo una comunicazione:

 

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foto vol.3

 

L’Apostolo Giovanni nella sua epistola ,la prima, nei primi versetti traccia un chiaro quadro della persona del Signore Gesù, che alimenta in modo speciale la fede di chi ha creduto nel nome e nell’opera del Salvatore. E’ un ritratto molto esplicativo sull’origine di Gesù, un riguardo intenso sul corpo del Redentore, una contemplazione esemplare sull’opera causante la vita eterna e sulla comunione gioiosa, proposta in virtù della salvezza realizzata dal peccatore ravveduto.

Dal Principio la Parola.

Il prologo del Vangelo di Giovanni è uguale a questo dell’epistola, segnale non solo di una continuità di concetti intorno alla persona amata di Gesù come Parola eterna, ma simbolo dell’Apostolo per una gelosia della intrinseca natura divina del Redentore, che Giovanni aveva acquisita durante il ministerio del Redentore, la quale non voleva  fosse dispersa, lui che aveva goduto di particolari rivelazioni intorno alla fede e alla comunione. Perciò Giovanni attira l’attenzione dei suoi lettori sul fatto indiscutibile che la sua testimonianza si avvale di fattori incontestabili, non solo perché lui è un testimone credibile e vero, ma per le prove che avanza sulla divinità di Cristo il Figlio di Dio. Giovanni chiama i sensi del suo corpo per provare che non sta parlando di uno spirito, di un’apparizione confusa del solito santone o falso profeta incantatore di folle, ma del Signore Gesù la Parola che ha  manifestato la vita eterna in terra.(I Ep. Giovanni 1:1-2) Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita, poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata.

Azioni di supporto alla testimonianza.

 Come detto, Giovanni comprova la testimonianza con le azioni del suo corpo, chiama in causa le orecchie, gli occhi e le mani. Le orecchie servono per udire (Ep. Giacomo 1: 19)Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, la prontezza a udire a volte non è sufficiente perchè distolta da altre voci, Giovanni però afferma di non essere confuso  e la voce udita dal Salvatore porta parole di Verità e di Vita. In secondo luogo l’Apostolo  cita gli occhi per dimostrare che non ha preso nessun abbaglio intorno alla Parola,  perché hanno visto la Vita manifestarsi nella resurrezione del figlio della vedova di Nain, di Lazzaro e del Signore stesso, quindi nessuna cantonata. Infine la prova più solida perché  toccare vuol dire stringere, vuol dire sentire in solido; lui aveva toccato con la testa il petto del Signore nella notte del tradimento e quell’atto era indiscutibile, anche se non aveva rivelato cosa avesse sentito in quei battiti del cuore di Gesù. Dunque le tre prove per attestare la Verità, la Vita e per avere comunione, trovano una base solida; ma cita ancora che la Parola era presso il Padre e con l’assenso paterno Gesù ha manifestato la vita eterna venendo in terra.

Giungere alla comunione con il Padre e il Figlio.

Lo scontro tra due vite è epico, da una parte c’è (I Ep. Giovanni 3: 16)Da questo abbiamo conosciuto l’amore che Egli ha dato la sua Vita (V.14) noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla Vita, dall’altra (I Ep, Giovanni 2:16) Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre ma dal mondo e (I Ep. Giovanni 5:19). Tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno. Dunque due posizioni inconciliabili che si distanziano sempre più, perché vi è l’intervento dello Spirito Santo che differenzia la Verità dall’errore, ovvero quello che Giovanni scrive: ( I Ep. Giovanni 1: 3) Quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi perché voi pure siate in comunione con noi. Lo Spirito Santo afferma: (I Ep. Giovanni 2:20) Quanto a voi avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete conoscenza.

E’ vero,  l’unzione che usufruiscono i credenti è altamente positiva per conoscere, se Giovanni portava in testimonianza le azioni del suo corpo, qui abbiamo un supporto maggiore impiegato dallo Spirito della Verità, che propone la conoscenza, non quella mondana, ma quella veritiera, che trae origine dal cielo. Infatti afferma ancora (I Giovanni 2:27) Ma quanto a voi l’unzione che avete ricevuto da Lui rimane in voi  e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione  vi insegna ogni cosa  ed è veritiera  e non è menzogna, rimanete in Lui come essa vi ha insegnato.

L’unzione necessaria per la comunione.

Perché un’unzione così efficace è consentita e proposta dallo Spirito Santo? Serve per essere confermati nella comunione con Dio e i fratelli,  poi nella testimonianza verso il mondo.(I Ep. Giovanni 5: 6-7-8) Egli è Colui che è venuto con acqua e con il sangue, cioè Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l’acqua e il sangue, Ed è lo Spirito che ne rende testimonianza, perché lo Spirito è la Verità poichè tre sono quelli che rendono testimonianza, lo Spirito, l’acqua e il sangue e i tre sono concordi. Comprendere queste verità con fede e unzione ci porta a lodare il Signore per la penetrazione della sua Parola nella nostra vita. Infatti qui sta lo svelamento della Verità intorno al Figlio, abbiamo bisogno che Gesù sveli cioè ci tolga il velo dell’incomprensione della sua Parola e che Lui appaia nel nostro cuore e nella nostra mente con tutto il suo splendore. La luce del Vangelo deve coinvolgere il nostro spirito, la nostra intelligenza e lo spirito di preghiera in noi, per esternare la lode al Signore e per chiedergli comprensione sempre maggiore della Scrittura.

Orbene la comunione con Dio ha un presupposto: (I Ep. Giovanni 4:14 -15) E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo. Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio,  Dio rimane in lui ed egli in Dio.  Si, occorre prima riconoscere il Figlio nella maniera che è riconosciuto in cielo, cioè Salvatore del mondo e mio personale. Questo è il preludio della comunione, identificare Gesù come mio sacrificio propiziatorio: (I Ep Giovanni 4: 10) In questo è l’amore, non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.  Cosa vuol dire propiziatorio? Vuol dire che il suo sacrificio sulla croce è stato il mezzo per cui noi possiamo ricevere la Grazia di Dio e utilizzarla in nostro favore, se accettiamo con fede quel sacrificio, esso ci apre le porte della comunione con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo. Quel sacrificio composto dall’acqua, dal sangue e dallo Spirito è ampiamente sufficiente a comunicarci la vita eterna.

Una comunione basata sull’amore.

(I Ep. Giovanni 4: 16) Noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto; Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Lui. Ancora ( I Ep. Giovanni5: 11-12-13) E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio  non ha la vita. Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio. E’ vero, il linguaggio di Dio è l’amore, ampiamente dimostrato nel cercare ciò che era perito cioè noi.

 Questo amore lo induce ancor oggi a chiamare alla  riconciliazione un genere umano che rifiuta di ravvedersi. Oggi che la Bibbia non è un più un tabù e si può liberamente leggere in buona parte del mondo, occorre prendere sul serio questi appelli di perdono che giungono dal trono di Grazia.(I Ep. Giovanni 5:20) Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere Colui che è il Vero, cioè nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. Orbene chi si affida al Figlio trova la vita eterna, la pace  e la comunione con Dio per condurre una vita piena, pacifica e gioiosa, nonostante le varie prove cui siamo sottoposti. La mano del Signore è sempre il nostro sostegno e la nostra consolazione anche nel crogiuolo delle prove.

Conclusione.

Vorremmo che queste verità divenissero patrimonio inestinguibile per i nostri lettori,  che numerosi con sempre maggiore interesse ci seguono e che salutiamo con affetto.

Ferruccio Iebole   

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