MA IO TI HO CONOSCIUTO

Il solenne monito che Gesù pronuncia attraverso la preghiera sacerdotale, prima di entrare nel vortice diabolico della lotta contro l’Avversario cioè Satana, recita così alla fine della stessa, ed esprime vari concetti importanti per la fede: (Ev. Giovanni 17:25-26) Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto; ma Io Ti ho conosciuto e questi hanno conosciuto che Tu mi hai mandato; e Io ho fatto conoscere il tuo Nome e lo farò conoscere, affinché  l’amore del quale Tu Mi hai amato sia in loro e Io in loro. Indubbiamente la rivelazione di Gesù intorno alla persona del Padre e alla sua relazione particolare con Lui, erano argomenti da esternare ai suoi discepoli, perché avessero una chiara visione e quindi una relazione santificata con Dio.  

Conoscere per realizzare l’amore di Dio

Dunque, una serie di concetti della Parola che cerchiamo di scomporre per una più facile comprensione:

  1. Padre giusto il mondo non Ti ha conosciuto,
  2. Io ti ho conosciuto
  3. Hanno conosciuto che Mi hai mandato
  4. Ho fatto conoscere il tuo Nome
  5. Lo farò conoscere ancora
  6. L’amore del quale mi hai amato sia in loro
  7. Io in loro.

Il rapporto di Gesù con i suoi discepoli verteva sull’amore e sulla conoscenza evangelica di Dio, che questi uomini dovevano acquisire per essere dei testimoni validi della Verità, perciò in grado di spiegare l’opera di Cristo, che di li a poco si sarebbe attuata nel modo più cruento e inimmaginabile, sebbene precocemente annunciata più volte. E’ vero, il cuore di Gesù si preoccupava che i suoi discepoli sapessero distinguere le caratteristiche del Padre, il quale si mostrava pieno d’amore nel Figlio, che aveva mandato sulla terra. La prima invocazione e riflessione apparteneva al mondo, che non riconosceva in Gesù il Buon Pastore e tantomeno il Re, l’Erede, il Messia. Si, il mondo si schierava apertamente contro al messaggio, in opposizione alle opere e all’autorità del Salvatore, ricevendone una prossima condanna per incredulità e per odio senza ragione. Il rifiuto dell’amore divino era un peso non indifferente che gravava sulla coscienza del mondo, cioè su tutti gli uomini.

 Se il mondo rifiutava la conoscenza dell’amore di Dio, non era così per Gesù che viveva di questo sentimento divino, il quale lo sosteneva durante il suo cammino e la sua predicazione. I suoi discepoli erano stati privilegiati nella conoscenza del mandato di Gesù, rivelato come l’unità salvifica divina avesse programmato la salvezza per l’umanità, dimostrando l’amore che redime.

È vero: (Ev. Giovanni 17:21 ) Che siano tutti uno, e come Tu o Padre sei in Me e Io sono in Te, anch’essi siano in Noi; affinché il mondo creda che Tu Mi hai mandato. Sebbene il Signore Gesù sapesse che il mondo rifiutava questo amore e l’importanza della  sua venuta, Lui pregava per il mondo senza condannarlo preventivamente. I discepoli però potevano vantare di conoscere che Gesù, era il Mandato pieno Grazia, il quale aveva spiegato il nome misterioso di Dio, con i suoi evidenti segni di divinità e di comunione con il Padre. (Ev. Giovanni 17:3) Questa è la vita eterna che conoscano Te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

La rivelazione più preziosa era quella di poter chiamare Dio con il nome di Padre delle creature. Il destino eterno di essere inseriti in questa comunione, in questo Nome, era l’approdo che il Salvatore proponeva ai discepoli e a quelli di ogni tempo anche odierni, per godere quell’intimità già sperimentata dagli apostoli, i seguaci di Gesù, purtroppo non ancora compresa fino in fondo. (Ev. Giovanni 17:6-7) Io ho manifestato il tuo Nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo, erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua Parola. Ora, hanno conosciuto che tutte le cose che Mi hai date, vengono da Te.

Che preziosa conoscenza e rivelazione è questa di sapere la comunione tra Dio e Gesù il Figlio di Dio, che rivela il nome del Signore e lo estende a chi crede in Lui. Gesù poteva aggiungere (Ev. Giovanni 17:12) Mentre Io ero con loro, Io li conservava nel tuo Nome; quelli che Tu mi hai dati li ho anche custoditi e nessuno è perito. Orbene  è vero che i suoi discepoli sono stati preservati dalla dispersione e dall’abbandono , perché Gesù aveva pregato per loro che il Padre li proteggesse nel suo amore, nei momenti della sua assenza. (Ev. Giovanni 17:9) Io prego per loro, non prego per il mondo, ma per quelli che Tu Mi hai dati perché sono tuoi. Chiarissimo il concetto, i suoi, cioè quelli che possiedono la fede in Lui, possono contare sulla sua preghiera e sulla sua protezione.

Gli ultimi  due temi: l’Amore e Io in loro

L’amore di Dio e di conseguenza di Gesù è un pilastro su cui poggia la fede cristiana, al pari della Parola e la guida dello Spirito di Verità. Gesù aveva detto: l’amore del quale tu mi hai amato, era un sentimento vero, conosciuto in profondità sperimentato in cielo e in terra. Questo amore sosteneva e dava modo di vivere al Salvatore anche nei momenti più bui del  suo ministerio quale Redentore, fino alla croce, quando questa virtù veniva tolta perché Gesù doveva restare solo e abbandonato dal Padre, per affrontare la sfida tesa dal peccato e dal padre di esso, cioè Satana.

 L’amore  divino si doveva manifestare nel Figlio, che si scontrava e sosteneva la battaglia fino alla vittoria con la morte e con l’inferno, per offrire redenzione nell’amore da parte di Gesù, il quale recava quello glorioso del Padre. Perciò, oltre questo amore eterno di Gesù, Egli lo completava con la sua perenne presenza nei suoi, con l’invio e la dimora dello Spirito di Cristo e della Verità in loro, come pegno di appartenenza celeste e di vita gloriosa futura con il Salvatore per l’eternità.

(Ev. Giovanni 17:24) Padre Io voglio che dove sono Io, siano con Me anche quelli che Tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che Tu mi hai data; poiché Mi hai amato prima della fondazione del mondo. E’ veramente una bella promessa quella di essere uniti al destino del Redentore, di essere e stare con Lui eternamente; il traguardo anelato a lungo e con molte difficoltà a causa della nostra infedeltà, sarà ereditato in un istante splendido per la manifestazione di quella gloria di proprietà del Signore.

 Il titolo di questa nota recava la dicitura ma Io ti ho conosciuto, lo vogliamo far nostro e affiancarlo ai nostri cari lettori, cui vogliamo presentare sempre l’opera redentrice di Gesù. E’ l’intento del nostro cuore di esaltare quello fatto dal Signore in nostro favore. Sovente ci troviamo difronte a persone che non conoscono l’amore di Dio, ne la sua cura per noi, tantomeno l’opera espiatoria di Cristo Gesù. Si appoggiano solamente a quello ereditato dalla tradizione famigliare in fatto di religione, ignorando il Vangelo e non conoscendo Gesù.

Un vero peccato, perché preclusi da una conoscenza più intima e più amorosa del Figlio di Dio. Nessuno vuol colpevolizzare gli atteggiamenti altrui, ma ci interroghiamo: hai conosciuto Gesù per la fede del Vangelo, o pensi di conoscerlo abbastanza per il sentimento religioso? La preghiera di Gesù era: (Ev. Giovanni 17:17) Santificali nella Verità, la tua Parola è Verità.

Dunque è meglio conoscerlo nella Verità che nella religione, perché essa è un sunto non sempre affidabile e una elaborazione umana quindi fallace, che può ingannare e illudere i semplici. Noi della Mostra della Bibbia preghiamo il Signore che illumini tutti noi e voi per essere giudicati operai attivi e sinceri nel campo della fede, che diffondono il buon seme del Vangelo, senza secondi fini che non sia testimoniare della Verità.

Conclusione

Raccomandiamo perciò i nostri lettori alla Grazia di Dio; che Lui sappia dirigere tutti i cuori che leggono le nostre precarie note, i quali sentano comunque la freschezza della Parola per associarla alla loro vita . Un caro saluto a tutti con sincerità cristiana.

Ferruccio Iebole

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