COSPARGI DI OLIO IL MIO CAPO

Il passo del Salmo 23 preso in esame in questo giorno, è completato da “la mia coppa trabocca”, ci parla di una eccelsa e umanamente inesprimibile felicità, per l’azione di Dio nei confronti di chi si accosta a Lui, sapendo che Egli è, ed è premiatore o remuneratore di quelli che lo ricercano, dopo che hanno inteso della sua esistenza che corrisponde alla manifestazione del Suo immenso amore e alla Sua luce sparsa tra gli uomini. Luce senza la quale si brancolerebbe nel buio, nella ricerca di qualcosa a cui attaccarsi nel travaglio della vita. Quell’olio è la materia con cui si alimenta la conoscenza di Dio che ci trasporta nei suoi sentieri di giustizia, per accogliere la Sua presenza e a comprendere l’opera meravigliosa di  salvezza conseguita dal Figlio. Si, rallegrarsi in Cristo per la fede è una immensa gioia che sperimentano i figli di Dio.

L’intensità di  questa gioia è sconosciuta sulla terra come bene o virtù divina, perché proveniente dal cielo, mediata da Gesù e dal Suo Spirito, e conseguente alla rivelazione della Sua Parola, che ci illustra per la fede l’opera favorevole e benigna che Dio ha concepito con il Figlio e lo Spirito per salvare i peccatori perduti. Perciò solamente chi è in contatto con Dio può usufruire di questa posizione e di queste gioie perché in comunione col Padre tramite il Figlio e lo Spirito Santo. Non sappiamo dei sentimenti dei nostri cari lettori, dei loro palpiti verso l’Eterno, o l’anelata e sperata comunione con Lui, ma lo scopo evidente delle nostre note è quello di incoraggiare ciascuno di noi ad abbandonarci nelle mani del Salvatore Gesù, l’unico che ci mette in relazione intima con Dio. Relazione spirituale appagante per chi è alla ricerca e prende fiducia a confidare nel Dio Salvatore.

Un’esperienza utile nella presenza di Dio

Quando cerchiamo la presenza di Dio per adorarlo, questo Salmo così completo per indirizzarci ad Esso, ci illustra l’azione benefica e gioiosa che Dio compie nei nostri confronti, azione sintetizzata nello spargere l’olio sul nostro capo. L’azione è simbolica come viene descritta, in realtà è l’accesso a comprendere con intelligenza spirituali cose celesti e la rivelazione della volontà divina per noi. Già Davide in un altro Salmo, il 133, delucida intensamente la comunione fraterna e con il Signore; esprime questa posizione con le parole (v. 2) E’ come l’olio profumato che è sparso sul capo, scende sulla barba d’Aaronne, che scende fino all’orlo dei suoi vestiti. È vero, l’olio dello Spirito Santo unge il capo dei credenti che sono in attesa di questa unzione profumata per esercitare il ruolo di sacerdoti e per trarre lode da offrire al Salvatore, dichiarato sommo sacerdote come Aaronne, ma secondo un nuovo ordine e lignaggio cioè quello di Melchisedec, colui che prese la decima da Abramo.

 L’olio dell’unzione cola lungo la barba del sommo sacerdote sfiorando e aprendo la bocca alla lode, per confessare la grandezza dell’amore di Dio e per ringraziarlo della salvezza in Cristo Gesù. Ancora, l’unzione con olio di letizia giunge fino all’orlo del vestito del sacerdote, ricordandoci i vestiti di Giustizia procurati da Gesù al Calvario, perché non appaia la nostra vecchia natura già crocifissa; ma i credenti essendo luce nel Signore sono anche autorizzati e ben accolti in Grazia nella presenza di Dio, guidati dal Suo Spirito. Fino all’orlo significa completamente redenti e pieni di gioia da riversare con riverenza ai piedi del Signore, adatti ad accogliere e godere di quella comunione così pregnante, che fa rallegrare intimamente il cuore credente di felicità spirituale celeste.

 Una tavola imbandita e pronta

Orbene la tavola del Signore: (Salmo 23:5) Per me imbandisci la tavola, è una tavola prorompente in specialità che soddisfano le aspettative dei convitati. La sua contemplazione è adatta a riempire i cuori per l’abbondanza che due semplici alimenti  come il pane e il vino propongono alla vista spirituale. La semplicità non confonde il grande valore dei suddetti alimenti, che ricordano il sangue e il corpo offerti da Gesù. Resta un grande fascino amoroso di quei simboli che esprimono e sintetizzano l’opera di Gesù al Calvario. Dunque una tavola apprezzata nella comunione con Dio e ammirata dall’unzione ricevuta che ci sofferma con riconoscenza e lode per la grazia ricevuta.

Un altro effetto benefico ottenuto dalla tavola e dall’unzione, è che la nostra coppa trabocca. La coppa non è un calice, strumento povero scelto da Gesù per istituire la sua cena, ma è la trasformazione regale o ricca del calice. La coppa impedisce di vedere il contenuto per via della composizione opaca dell’oggetto, essendo d’oro, d’argento o di altro materiale prezioso con pietre preziose incastonate, ma il contenuto è visibile e distinguibile quando trabocca. Perché deve traboccare?

È la maniera incontenibile per far giungere l’apice della comunione, simboleggiato da un amore traboccante verso il Salvatore, autore della salvezza. Altresì, questo travaso verso il basso, ci ricorda la donna che rovesciò sul corpo del Signore l’olio di gran prezzo, e che sarà ricordata sempre dove si annunzia il messaggio dell’Evangelo. Il racconto ricorda che la casa era invasa dalla fragranza dell’olio profumato, a simboleggiare come l’adorazione a Dio sia qualcosa di accettato se vi è la glorificazione del corpo di Gesù, inteso come offerta e sacrificio per accedere al trono di Grazia e ricevere gioia e felicità. La sottolineatura del corpo di Gesù quale elemento primario nel sacrificio della croce, ci ricorda che l’innocenza di quel corpo si è fatto colmo dei nostri peccati, fino ad assumere le sembianze e il carico aggravato e mortifero per essere giudicato degno di morte.

Un gesto significativo con dell’olio profumato

 Il gesto dello spargere l’olio rammenta la fede e la visione della resurrezione, che la donna adoratrice  conservava in cuor suo ed era ben felice di sprecarlo sul corpo di Gesù, indipendentemente dal cospicuo valore “di gran prezzo,” stimato dal suo potenziale commercio o vendita. Quindi l’adorazione verso Dio deve assumere i connotati di amore sparso verso il Salvatore e Dio il Padre, di modo che anche altri possano usufruire del profumo ed essere contagiati da quella coppa che trabocca. Certamente un altro versetto coinvolge l’adorazione e vengono descritti due concetti con parole mirabili nel (Salmo 23:6) Certo beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del Signore per lunghi giorni.

Se durante l’adorazione siamo invitati a ricordare i beni e la bontà di Dio non solo come carità o elargizioni amorose senza possibilità di scambio, rammentiamo l’amore immenso di Gesù, che permetterà di vivere eternamente con Lui nella casa dalle molte stanze o dimore, come promesso dal Redentore. È vero siamo in attesa del ritorno di Gesù che verrà a prendere la sua chiesa cioè i credenti, per essere e assistere alla manifestazione della Sua Gloria. Il Redentore è ancora trattenuto in cielo dalla economia di Grazia tuttora vigente in terra, ma ben presto mostrerà la sua condizione di Re dei re e Signore dei signori, prendendo possesso del Regno.

 Noi speriamo con vivo desiderio che le riflessioni proposte possano stimolare pensieri di lode e di adorazione verso Dio, da parte dei nostri lettori che ci seguono settimanalmente e che traggono riflessioni autentiche dettate dalla Parola di Dio, che ci raggiunge lietamente nel corso della nostra vita. Lo studio della Bibbia non è  tempo perso o inutile, esso ci trasmette quell’unzione per comprendere sempre più l’amore divino con cui siamo stati amati.

Salutandovi tutti con stima vi diamo appuntamento, Dio piacendo, alla prossima settimana.

Ferruccio Iebole

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