DOV’È QUEL TALE?

Nell’episodio dove vengono pronunciate queste parole cioè la festa delle capanne, la quale ricorda la precarietà della vita, come siamo di passaggio, e come polvere  ritorneremo,  ci rammenta pure che solamente l’anima e lo Spirito ritornano a Dio il quale li ha dati. Sebbene il messaggio della festa comunicasse la provvisorietà di un vivere transitorio, due fazioni si esprimevano più o meno favorevolmente verso la persona di Gesù. Allora come oggi alcuni si domandano dov’è  quel tale? Altri  potrebbero rispondere è un uomo per bene, altri ancora potrebbero rispondere che: (Ep. Colossesi 3:16) la Parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, cioè Cristo con la sua Parola è presente nella vita dei credenti e (Ep. Colossesi 1:27)  Cristo in voi la speranza di gloria.  Gli avversari di quel tale lo vorrebbero morto, mettergli le mani addosso o farlo arrestare; dicono che ha il demonio, propongono un campionario di persecuzioni dettato da  cuori malvagi e ignoranti in materia di Scrittura, gelosi solo di un sapere superiore..

Come mai conosce così bene le Scritture senza aver fatto studi?

(Ev. Giovanni 7:14) Verso la metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. E’ evidente che gli studi degli uomini sulla Bibbia sono diversi dalla conoscenza di Gesù sulle Scritture, quando Lui rivela  la giusta comprensione o  fornisce le profonde nozioni di fede ai credenti, non attinge da elaborazioni umane; questo ci rallegra perché anche senza condizionamenti di scuole bibliche o studi sistematici religiosi, possiamo raccogliere direttamente e nutrirci tramite il Suo Spirito, cibo spirituale per crescere e ubbidire.  La visione di questa scena del Signore è confortante ed espressiva; nel mezzo della festa cioè nel momento clou, Lui appare con un fascino amoroso straordinario,  tale da attirare sguardi di consenso o di invidia, poi con solennità e determinazione saliva al tempio e insegnava. Questo salire era privo di retorica, ma  indicava la sua assoluta osservanza a ciò che era scritto e che ora aveva bisogno di una nuova interpretazione per allontanare le opere morte e sviluppare la fede nel Re dei Giudei.

Quale significato o lettura dare di Gesù nel tempio? Gesù in mezzo alla precarietà della vita di ognuno, anche se è  tempo di festa o in tempo difficile, compare come Tale in attesa di una nostra definizione sulla sua persona, dona un esempio poderoso salendo misericordiosamente al tempio, Lui che era il tempio e lo poteva riempire di gloria, assumeva il compito di insegnare da semplice autodidatta la Bibbia al popolo. Dunque tutti possono testimoniare della Parola di Dio, se l’hanno ricevuta e se l’hanno studiata con la luce dello Spirito Santo. Il Salvatore destava meraviglie per le spiegazioni dottrinarie con cui illustrava il succo della Parola, portando i suoi ascoltatori a (Ev. Giovanni 7:24) Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia. Orbene se Lui era obiettivo di violenza da parte dei Giudei, la giustizia era accantonata e disattesa in maniera indiscutibile. Allora, vi era spazio ed estensione per valutare le azioni di ciascuno secondo la giustizia invocata e reclamata.

Voi certamente mi conoscete

Gesù a un certo punto della spiegazione pronunciava una frase avvolgente, (Ev. Giovanni 7:28) Gesù dunque nel tempio esclamò voi certamente mi conoscete e sapete di dove sono.  E’ una domanda che impegna tutti; infatti tutti sanno chi è Gesù, se non lo conoscono per la fede, sono consapevoli della sua storia come uomo crocifisso. Come si diceva prima, Lui approda vicino a tutti in attesa di essere riconosciuto come il Salvatore e non come quel Tale anonimo.

Lui ha pagato il riscatto delle anime nostre per introdurle in Grazia per l’eternità, sulla base del credere in lui. La permanenza di Gesù presso gli uomini per attirare a Se i peccatori dura un periodo, quello della predicazione, poi: (Ev. Giovanni 7:33) Perciò Gesù disse loro; IO sono ancora con voi  per poco tempo, poi me ne vado a Colui che mi ha mandato. Bene, se matura la fede e la Grazia trova terreno fertile nel cuore del peccatore, allora Gesù  potrà dispensare la vita eterna, se no sarà costretto a dire: (Ev. Giovanni 7:36) Dove Io sarò, voi non potete venire. Essere esclusi dal cielo sarà una tremenda realtà per chi non da Gloria ora a Gesù Cristo, sarà costretto a farlo nonostante privo della fede, prima del giudizio definitivo e finale.

Stando in piedi

(Ev. Giovanni 7:37-39) Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: Se qualcuno ha sete venga a ME e beva; chi crede in ME come ha detto la Scrittura fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Disse questo dello Spirito che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in Lui, lo Spirito infatti non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato.

Stando in piedi, vuol dire che per Gesù stava avvenendo una comunicazione veramente importante, che ne valeva la pena di assumere un atteggiamento visibile perché la divulgazione del concetto era di estremo interesse a favore di quegli uomini. Orbene, il Redentore domanda chi ha sete? Hanno sete quelli che non sono ancora certi della salvezza, che hanno gioito per l’annunzio dell’Evangelo ma non hanno ancora realizzato la vita eterna in Cristo. I fiumi sono un’immagine eloquente, tumultuosi, scroscianti, freschi, pieni di acqua che vuol dire vita. Soprattutto non sono fiumi  a se stanti, ma  fiumi sospinti dallo Spirito Santo  che apre la mente per accedere a una intelligenza superiore nelle cose spirituali. Se sentiamo sete, vuol dire che la Parola unitamente allo Spirito stanno lavorando, per fare di noi un testimone della Grazia di Cristo, per portare ad altri la Buona Novella. 

Nessuno parlò mai come quest’uomo                                                      

 E’ vero, contro la Verità non c’è ragione che tenga, (Ev. Giovanni 7:46) Le guardie risposero nessuno parlò mai come quest’uomo. Doveva essere stato un ragionamento molto impegnativo quello di quel Tale Gesù, che avrà certamente toccato le corde del cuore e della mente, se persone rozze come i soldati erano tornati ammutoliti ed sorpresi da tanta sapienza, rinunziando a un compito che si rivelava passibile di sanzioni estreme per loro. L’apostolo Paolo nella lettera ai Colossesi (2:1): Siamo dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo nel quale tutti tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti, approfondisce come tutti i tesori di sapienza sono a disposizione dei credenti, in base alla loro dedicazione  alla vita cristiana.  Molti iniziano bene, poi subentrano disturbi  e offuscamenti allora si perde lucidità  e comprensione; ma il ritorno a quelle Parole di vita , a quei fiumi, a quei tesori rinnovano la comunione con Dio in Cristo Gesù.

Conclusione

(Ep. Colossesi 2:6) Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore così camminate in Lui, radicati, edificati in Lui, e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondante nel ringraziamento. Risulta un buon programma questo proposto da Paolo, che fa muovere il ringraziamento  abbondante verso il Signore per i suoi incommensurabili doni e per le grazie che accorda al suo popolo nella fede. Camminare è un verbo che presume la conoscenza della via da percorrere, meglio se accompagnati e guidati dalla potente mano del Signore. Lo auguriamo con insistenti preghiere al Signore per i nostri amati lettori.

Ferruccio Iebole

 

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