PERCHE’ IL TUO VOLTO E’ ABBATTUTO?

Il titolo proposto è tratto dal passo biblico molto significativo di Genesi 4:6. Indubbiamente vi sono molti motivi per avere un volto abbattuto, sovente le certezze su cui riponiamo le nostre aspettative o speranze crollano improvvisamente e ci scopriamo preda di fragilità e di insufficienze. A volte le cause per avere un volto abbattuto dipendono dal modo di concepire la vita e dal modo di rapportarsi con il Signore, dalle sofferenze a cui siamo sottoposti, fisiche e morali, dalla mancanza di aiuto nelle persone in cui speravamo. Quello che però ci conforta è di saper contare su Colui che non viene mai meno alle sue promesse, e se anche dovessimo passare, come afferma il salmista, < per la valle dell’ombra della morte Tu sei con me!> E’ vero occorre la fede e la sua prova è preziosa agli occhi di Dio, il Suo Spirito ci spinge a confidare strenuamente in Lui contro ogni avversità.

Il volto abbattuto di Caino

Il volto abbattuto di Caino procedeva dalla consapevolezza di non compiere la volontà divina del Signore in maniera conforme. E’ vero aveva fatto un’offerta insufficiente ma sempre un’offerta, che potremmo sintetizzare “offerta del secondo Me” cioè autodidatta, con gusti e motivazioni di un uomo, che conosceva chiaramente quale era la volontà di Dio intorno alle offerte e i sacrifici. Caino pretendeva però, percorrendo la via della disubbidienza e dell’orgoglio, di fare a modo suo; in fin dei conti aveva offerto dei frutti del suo lavoro, frutti della terra e del sudore del suo volto (Genesi 3:19). Purtroppo era un’offerta che contraddiceva il dettato divino, il quale pretendeva un sacrificio adatto alla Sua insindacabile lettura. Evidentemente per Caino il ricordo del racconto della spada fiammeggiante di Genesi 3:24 era stato ignorato o dimenticato in fretta. “L’offerta  secondo Me “ non esprimeva nessuna lode, nessuna adorazione e nessuna gloria al nome tre volte santo di Dio, perciò un’offerta inutile e non leggibile, come detto, da parte del Signore.

Al contrario l’offerta di Abele (Genesi 4:4) Abele offrì anch’egli dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. Il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta, ricalcava e riprendeva la via di santità e di ubbidienza indicata dal Signore, quando in autonomia (Genesi 3:21) Il Signore fece ad Adamo e a sua moglie delle tuniche di pelle. Dio aveva ricoperto di pelli le nudità di Adamo ed Eva, sacrificando vite innocenti di animali, ovvero introducendo una via dove degli innocenti pagavano per il debito di un altro. L’insegnamento era efficace, inaugurava un pensiero di grazia e di perdono sulla base di un sacrificio accettato dal Signore, che in grazia e misericordia accordava la continuazione della comunione con l’uomo divenuto peccatore.

Dopo la disubbidienza l’omicidio

La gelosia e la prepotenza non individuano una via luminosa, il corpo stesso cioè il volto di Caino, si trasforma quando questi due elementi si manifestano; anche la mente ne risente covando l’atto più bestiale che un uomo possa compiere. Il peccato questa forza propulsiva malefica si incarica di attuare la tentazione per risolvere subito le situazioni, e di annientare la voce dissuasiva della coscienza, che vietava l’atto stesso dell’omicidio. Bisogna affermare che quando una persona si trascina in questi pensieri poi non riuscirà a sopportare la presenza di Dio, si allontanerà (Genesi 4:16) come fece Caino, perché quel volto abbattuto esprimeva la sua situazione di disubbidienza, nonostante i tentativi di nascondere con l’indifferenza o mostrando disinteresse sulla sorte del fratello. 

Dunque nel cammino di allontanamento e di disubbidienza alla voce del Signore, chiunque si troverà su un traguardo di indifferenza alle cose eterne,  al rifiuto della fede in Dio, nell’apatia per le cose spirituali. Però tutto non è perduto, la lontananza richiede come nel caso del figliol prodigo una riflessione pacata e fiduciosa, un tornare in se stessi. Le braccia del Padre sono sempre aperte, la veste più bella pronta e il sacrifico del vitello ingrassato preparato da tempo. Molte persone a causa di assuefazione per la lontananza da Dio, faticano a pensare di poter essere riaccolti in grazia e pietà dal Signore. Gli avversari o gli oppositori secondo la logica del mondo si eliminano, per il Signore non è così; l’amore divino materia sconosciuta agli uomini, coinvolge, chiama, prospetta tenerezza, misericordia e grazia. La Parola di Dio cioè la Bibbia riserva e propone un rimedio efficace per ristabilire la pace con il Signore, il Vangelo vuole sostituire il volto abbattuto del peccatore con un viso sereno e confidante in una speranza superiore. Bisogna stabilire un rapporto rinnovato con l’ascolto del messaggio della vita, annunziato dalla Parola di Cristo Gesù. Si, perché quelle tuniche di pelli ci parlano chiaramente del sacrificio di Gesù sulla croce, ma altresì il suo illuminante volto ci indica la via per raggiungere il traguardo della comunione con Dio, non più praticando “ il secondo Me “ ma ubbidendo solamente a Lui. Gesù è Colui  che sconfigge  milioni di volti abbattuti e li rende sorridenti e felici per aver raggiunto un nuovo equilibrio nella mente e nel corpo, con una presenza pregnante di Dio nell’esistenza reale di ogni giorno.

Un volto raggiante che reca gioia

Il volto del Signore Gesù, la sua gloriosa persona, porta gioia e Spirito Santo fin dal suo concepimento, avanti la sua nascita. La vita risplendente di Dio non poteva certamente coprire il corpo di Maria, l’avrebbe atterrata e fatta scomparire. (Ev. Luca 1:35) Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua perciò anche Colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. Ancora (Ev. Luca 1:41) Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò in grembo ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo. E’ evidente che Maria non poteva dispensare lo Spirito Santo a nessuno, essendo una peccatrice come tutti gli uomini nati in questo mondo. Infatti essa proclamava (Ev. Luca 1:46-47) L’anima mia magnifica il Signore e lo spirito mio esulta in Dio mio Salvatore. Perciò Maria riconosceva di essere bisognosa di salvezza come tutti. Quindi era il Figlio di Dio che con la sua presenza, seppure in embrione, recava gioia a un altro embrione cioè a Giovanni Battista e Spirito Santo a Elisabetta. Quanto più Gesù  una volta intrapreso il suo ministero terrestre, dispenserà ad alcuni lo Spirito Santo, fino alla sua venuta gloriosa, ben raccontata in Atti cap. 2 nel giorno di Pentecoste. Occorre perciò sottolineare come il Salvatore fin dalla nascita era stato fonte di allegrezza, pace, diffusione di gloria e grazia per coloro che lo incontravano anche in fasce. Tra questi personaggi si potrebbero annoverare i pastori, i magi, Simeone, Anna la profetessa ecc. tutti spettatori e coinvolti nella gloria celeste, nello Spirito Santo, nella comunicazione che l’evento della nascita di Gesù annunziava come tempi dello Spirito, pieni di luce nuova: (Ev. Luca 2:30-31-32) Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli, per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.

Un battesimo raggiante

Il battesimo di Gesù è un indicatore di luce, di cieli aperti che emanano gloria sul Figlio e annunziano un nuovo accesso al Padre della gloria, per mezzo di una via che prenderà sempre più forma per i peccatori perdonati e attenti al messaggio. Anche lo Spirito Santo partecipa all’evento battesimale del Cristo, nelle sembianze della colomba che scende e volteggia, facendo corona alla voce celeste del Padre, che conferma l’origine divina del Figlio e il suo compiacimento. Questi due elementi la colomba e la voce, esprimono la pace che sarà ottenuta ed elargita, l’autorità del Figlio, la vicinanza e non la lontananza come Caino, piuttosto l’intesa basata sul perfetto adeguamento e adempimento della volontà divina da parte del Signore Gesù. Non per nulla la Scrittura aggiunge <mentre pregava> indice di comunione inimitabile e inesauribile con Dio.

Orbene il volto di Gesù è un punto fondamentale per l’orientamento della fede, così come la sua voce sempre pronta a comunicare con i peccatori ravveduti, per degli utili consigli e per l’indirizzo nel cammino. Mentre pregava (Ev. Luca 9:29) Mentre pregava l’aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante, avviene una mutazione genetica, il Signore è trasfigurato, e anche i suoi abiti assumono una luce abbagliante. Dio stava accreditando il Figlio come il giudice dei vivi e dei morti, come Colui che giudicherà il mondo, gli angeli, gli uomini di ogni tempo, anche i trapassati; il suo giudizio sarà equo, giusto e inappellabile. Anche in questo evento è presente la gloria: (Ev. Luca 9:32) e quando si furono svegliati videro la sua gloria, si scorge altresì la nuvola che simboleggiava l’ombra creatrice comunicante vita. Infine la voce confermerà il dettato del battesimo: (Ev. Luca 9: 35) Questi è mio Figlio, Colui che Io ho scelto: ascoltatelo!

Un volto doloroso   

Il profeta Isaia nel suo dire profetico (Cap. 53) nel vedere il Salvatore, parlerà di un volto sofferente, di un essere spregiato che non attirava ne la pietà, ne la commiserazione degli uomini. Anzi l’umiliazione cui era sottoposto pareva consona alla disistima meritata, il suo castigo conseguito per un giudizio divino  e la sua morte come conseguenza di una condanna giusta. Invece, visto nella luce gloriosa e celeste tutto era ribaltato, i giudizi affrettati sull’Agnello, la spiegazione dei suoi dolori e delle malattie, dei suoi patimenti portati sul suo innocente corpo, erano le nostre trasgressioni e i nostri peccati addossati a Gesù. Isaia poi accennava al glorioso epilogo di questa morte, iniziata con il rifiuto di guardare il volto del condannato, ma concluso con un verdetto glorioso,  di prosperità nelle mani del Salvatore e di una luce che procurerà soddisfazione al Redentore, (Isaia 53: 11) Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto.

Tutto questo nella profezia che annunziava i futuri avvenimenti, poi a suo tempo la realtà busserà imperterrita. Una descrizione reale è sottolineata nell’ Evangelo: (Ev. Luca 22:44) Ed essendo in agonia egli pregava ancor più intensamente e il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano a terra. In questo passo la preghiera è descritta ancora più potente ed efficace, con un esito certo, consolatorio, mentre si offuscava la visione del Padre che man mano lasciava il Redentore sempre più solo, prima dell’atto finale ben descritto dal profeta Isaia. Quelle del Getzemani erano le ore dell’umiliazione e del distacco, il preludio del tormento prima della luce. Occorre precisare che le pagine del Getzemani, della passione e del tradimento, sono sempre pagine adatte alla nostra riflessione e alla nostra considerazione per scoprire i sentimenti amorevoli del Salvatore per i suoi. Certamente non dobbiamo dimenticare come disse: (Ev. Marco 14:62) Io sono: e vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza venire sulle nuvole del cielo. Luce sfolgorante!

Il volto tumefatto

  1. (Ev. Marco 14:65) Alcuni cominciarono a sputargli addosso; poi gli coprirono la faccia e gli davano dei pugni dicendo: <indovina profeta!> e le guardie si misero a  schiaffeggiarlo.
  2. (Ev Giovanni 18:22-23) Ma appena ebbe detto questo, una delle guardie che gli stava vicino dette uno schiaffo a Gesù dicendo così rispondi al sommo sacerdote. Gesù gli rispose Se ho parlato male dimostra i male che ho detto, ma se ho parlato bene perché mi percuoti?
  3. (Ev. Giovanni 19:2-3) I soldati intrecciata una corona di spine gliela posero sul capo…e lo schiaffeggiavano
  4. (Ev. Giovanni 19:28-30) affinché si adempisse l Scrittura disse: Ho sete…Disse è compiuto! E chinato il capo rese lo spirito.

La panoramica di questi versetti  sono esplicativi e illuminano sugli effetti che il Signore Gesù ha dovuto sopportare sul suo viso e sul suo capo, prima si salire al Golgota, ci ragguagliano ancora sul cammino doloroso che ha dovuto percorrere nella solitudine incontro alla morte. Questi atti finali della vita di Gesù sono il preludio e il contorno alla grande affermazione di (Ev. Giovanni 18:37) Chiunque è dalla Verità ascolta la mia voce. E’ vero: uno spartiacque simbolico si erge chiaro nella vita di ogni individuo, una scelta va fatta sulla base di un ascolto nella coscienza individuale e una posizione sull’Evangelo viene richiesta a tutti. Da una parte una voce chiama al ravvedimento, dall’altra si ode un invito a soprassedere, a procrastinare la decisione, a lasciar correre. No! Una risoluzione va presa, o il volto di Gesù ci sprona a riconoscerlo come sacrificio perfetto, esposto per il nostro peccato  e per riannodare una comunione interrotta, oppure sarà un volto contro di noi, che emetterà una condanna e uno (Ev. Matteo 8:12) Là vi sarà pianto e stridor di denti.

Un volto severo ma accattivante

Nel libro dell’Apocalisse vi è una rappresentazione del Signore Gesù come Colui che si dichiara: (Apocalisse 1:17-18) Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente, ancora (Apocalisse 1:14-16) il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida come neve…dalla sua bocca usciva una spada a due tagli affilata e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza. In questi passi Gesù esprime la sua divinità come Primo, Ultimo e Vivente equiparandosi (V.8) <all’Alfa e Omega e a Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente> Dunque, un Salvatore che attraverso la spada della Bibbia stabilisce una cesura tra chi crede e chi rifiuta la sua comunione. Se il volto terrestre di Gesù ha tratto in inganno qualcuno che lo ha ritenuto poco gratificante per dedicargli attenzione o credito, ora nello splendore del sole che brilla nel suo volto, deve ricredersi, perché (Ep Ebrei 10:31) E’ terribile cadere nelle mani del Dio vivente.

Evidentemente la citazione di questo passo non è per spaventare qualcuno o ammonirlo in maniera negativa, ma occorre ben sapere le conseguenze del rifiuto di credere nel nome di Gesù. Il Redentore in questi versi si propone nel suo reale splendore, come garante dell’eternità per quelli che credono, che hanno ricevuto la chiarezza della Parola, la luce e la guida dello Spirito Santo.  E’ importante che noi comprendiamo la natura del Signore Gesù, perché molti negano la sua divinità, materia affascinante per l’orgoglio umano e per trafficanti di anime. Orbene come ben specificato nella Parola, non essendovi due primi o due ultimi, due alfa e due omega, Lui è l’Onnipotente rivelato come uomo, che ristabilisce la riconciliazione tra il Padre e gli uomini peccatori,  attraverso il suo sacrificio. Bisogna lasciarci guidare dalla inconfondibile Parola di Dio, non dalle mediazioni o interpretazioni degli uomini religiosi, che sovente per interessi alterano la Verità. Essa deve risplendere come punto focale e orientativo nella nostra vita. Se leggiamo la Bibbia non ci sbaglieremo.

Ancora una espressione del volto di Gesù

Ancora nel libro dell’Apocalisse emerge il volto di Gesù con delle sfaccettature che è bene considerare per trarre ammonimento, e togliere di mezzo certe idee non esatte sulla bontà di Cristo, vista a volte con sufficienza e noncuranza. (Apocalisse 19:12-13) i suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché Lui, era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Dunque il suo nome come Onnipotente è celato, incomprensibile senza la fede, ma esplicito come Parola di Dio e Principe di Pace. Ancora (V. 16) Re dei Re e Signore dei Signori, in questa veste lo possiamo incontrare  confidando nell’amore smisurato rivolto a noi personalmente. Nonostante (V. 11) giudica e combatte con giustizia, per chi si affida a Lui con sincerità di cuore e di mente, Egli è pronto a perdonare e stabilire comunione. E’ quello che cerchiamo di suggerire ai nostri cari lettori, di approfondire con spirito di preghiera la meditazione della consolante Parola di Dio.

Ferruccio IEBOLE

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