NON OCCUPARSI DI FAVOLE

Leggendo il primo capitolo della prima lettera di Paolo a Timoteo appare evidente, come dopo pochissimo tempo dalla predicazione evangelica, si fossero insinuate diverse storture dottrinali che allarmavano l’apostolo, geloso del retto insegnamento e pieno di esortazioni per conservare integrità nell’ammaestramento cristiano. Credo che anche noi essendo scrupolosi e attenti perché nessuna radice di errore si radichi nei nostri pensieri, e restando vigilanti, cerchiamo luce nella Parola di Dio, rimanendo tutelati dalle dottrine diverse e sbagliate .

Favole e deviazioni

(I Ep. Timoteo 1:3-4-6-7) Di non insegnare dottrine diverse e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l’opera di Dio che è fondata sulla fede. Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso, vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza. Il campionario che Paolo presenta è di indubbia efficacia, elenca cose negative le quali disturbano e  interferiscono inopportunamente nella menti delle persone:

  1. Dottrine diverse
  2. Favole
  3. Genealogie
  4. Discussioni
  5. Deviazioni
  6. Non sapere ciò che si discerne
  7. Dottori della legge che affermano cose incerte

Non pensiamo che queste asserzioni avverse alla Verità siano scomparse dall’orizzonte odierno dalle analisi e dalle meditazioni, che gli uomini propongono. Il fascino negativo è ancora presente e molte persone sono raggirate e restano vittime di queste suggestioni, brancolando in diversi sistemi religiosi che negano: (I Ep. Timoteo 1:11) il Vangelo della Gloria del Beato Dio. La scienza acquisita nella materia biblica, dopo più di duemila anni dovrebbe propendere per una conoscenza lineare e veritiera, senza sorta di dubbi o di insicurezze; invece la carica di errori e di deviazioni si propinano liberamente fino ai giorni nostri. Intatti si riscontrano chiaramente nei contenuti e nelle pratiche religiose, accompagnate da riti anch’essi privi di vita e non comunicanti fede biblica. Dunque l’avvertimento paolino non ha perso  consistenza, pone a noi lettori della Bibbia le domande per verificare di non essere preda di inconsapevoli lacci religiosi, che ci sembrano esprimere sicurezza ma in realtà pongono quesiti pertinenti sull’aldilà e sulla nostra futura salvezza.

Un metodo diverso

Orbene, se nel panorama della cosiddetta fede religiosa vi sono dei pericoli giustamente evidenziati dalla Parola, il metodo cristiano al contrario, cioè  l’opera di Dio, si fonda sulla fede autorevole e biblica che comunica (v. 5) amore in un cuore puro, in una buona coscienza e consiste in una fede sincera. Queste qualità o virtù  sono verificabili proprio nel cuore e nella mente del credente che è chiamato a forgiare sempre più, con l’aiuto del Signore e della Parola, la sua fede in maniera incrollabile e ferma. La certezza delle cose imparate nella predicazione dell’Evangelo o nella rivelazione dello Spirito attraverso la Bibbia, generano l’acquisizione che il Vangelo della Gloria, l’opera di Dio e la volontà di Dio, siano per la gioia del credente ben sintetizzate nel passo: (I Ep. Timoteo 2:4) Dio nostro Salvatore il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della Verità. E’ certamente un grande solco propositivo quello che indica come Dio disponga il suo amore per salvare tutti gli uomini,  e impieghi il fascino amoroso del Figlio e il Suo, per attirare a Se i peccatori. Dunque, occorre uno sforzo illuminante per non cadere preda di favole o di deviazioni, che spariscono quando con spirito tenace di preghiera, domandiamo al Signore di guidarci nella Verità.

Non si tratta di suggestioni ma di risposte da parte della Scrittura che diventano patrimonio spirituale insostituibile nella nostra vita e nel nostro rapporto con Dio. La coscienza diviene perciò il luogo dove esaminiamo il nostro appoggio e l’ubbidienza alla Parola rivelata. Il travaglio per sentire vere le comunicazioni della Parola che operano convinzione in noi, è così attuabile con l’esperienza  e la volontà di essere preservati dagli errori, di dover a volte lasciare e abbandonare pratiche religiose assodate, le quali nulla hanno a che fare con la Verità. Molti culti indirizzati a forme di idolatria o di atteggiamenti sbagliati, scemano e svaniscono quando la Verità evangelica sfolgorante si impadronisce della vita del peccatore che si ravvede. Allora, quelle cose negative sopraelencate, spariscono e sono sostituite da una evidente voglia di ubbidienza a Dio, che ci fornisce potentemente il suo indirizzo e l’accompagnamento nella Verità.

Venire alla conoscenza della Verità

Questo traguardo è compatibile per l’ascolto della voce di Gesù Cristo rivelata nella Parola, certo se non siamo attenti a questo modo di comunicare da parte del Signore, è facile smarrirsi nel percorso. Le insidie dell’Avversario sono presenti, il suo compito è di mescolare zizzanie con il buon seme, e se non sappiamo discernere la voce di Cristo andremo incontro a un fallimento certo. Molti hanno intrapreso la lettura della Bibbia, sperando di risolvere i loro dubbi intorno alla fede, poi le influenze religiose hanno preso il sopravvento e la voce del Signore si è diradata, fino a scambiare i condizionamenti umani più importanti della Parola stessa. Sovente, per abitudini pregresse come l’essere in gruppo, con persone educate o acculturate, che emanano simpatia e raffinatezza, sono  di intoppo e un diversivo per l’acquisizione della Verità. Ecco perché Paolo avvisa i suoi lettori, facendo balenare come l’insegnamento cristiano della Verità, deve avere alcune inconfondibili caratteristiche e tenere conto di ciò che chiaramente la Parola afferma, perché l’appoggio reso alla Verità è indistruttibile.

Alcuni, dopo aver letto passi della Bibbia rimangono scettici perché vedono proiettata nella Parola un’altra verità da quella creduta; osservano di pratiche ritenute pie e meritorie come essere inutili e contrarie alla Grazia di Dio. Allora il dramma e la decisione: seguire Dio e la Parola in un cammino oscuro e non ancora gestibile, o affidarsi ancora alla religione che genera sicurezza? Questa è la scelta! Se l’intento primordiale era di venire alla conoscenza della Verità non vi saranno dubbi o incertezze, ubbidire a Dio sarà più forte della vecchia vita con le pratiche religiose morte; una gioiosa confidanza nel Padre e nel Figlio sarà il risultato definitivo per incontrare la Verità.

Alcuni punti fondamentali per riconoscere la Verità

 Bisogna sottolineare l’influenza divina che chiama a ravvedimento gli uomini in modo favorevole e benigno, poi sopraggiunge una verità basilare che è quella ribadita da Paolo: (I Ep. Timoteo 2:5) Infatti vi è un solo Dio e anche un solo Mediatore tra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, questa è la testimonianza resa a suo tempo. Questa affermazione pone un punto basilare perché dichiara l’identità di Dio come Solo e come Mediatore, visualizzato in due persone che concorrono con la terza persona, cioè lo Spirito Santo alla redenzione del peccatore. Perciò il Solo Dio si manifesta in tre realtà come Padre, Figlio e Spirito Santo, ma per il ruolo del Mediatore, viene precisato che è la persona di Gesù Cristo uomo, quale esecutore della volontà divina immaginata e preordinata. 

Perché uomo? Perché Lui solo ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti. Questo è dunque il motivo della puntualizzazione, un uomo Dio o Dio fatto uomo si è caricato di un corpo umano per compiere la salvezza che gli uomini non erano capaci di compiere, e lo ha fatto in maniera perfetta. L’uomo Gesù in quanto unico Mediatore, compie un’offerta congrua per soddisfare la giustizia divina, attraverso il suo corpo ed il suo sangue come prezzo di riscatto.

Il corpo del Signore Gesù è un corpo che scrive, basta saperlo leggere (Ev. Giovanni 19:34)Ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito uscì sangue e acqua. Cosa vuole esprimere questa scena? Vuol dire che da quel corpo uscì sangue per cancellare i peccati e grazia per accedere alla fede per chiunque crede. Così occorre leggere l’episodio e così è catalogato nel cielo e sulla terra, un prezzo il quale riscatta con Grazia e Gloria il peccatore che crede, ovvero un sacrificio perfetto e con valore eterno. Appare evidente, che se vi è un solo Mediatore, non esistono altri mediatori o mediatrici le quali possano vantare o magnificare un altro riscatto in favore dei peccatori. In nostro Mediatore è un autore esclusivo e unico di salvezza eterna.

La testimonianza parte essenziale del riscatto e della Verità

La testimonianza del riscatto è essenziale per l’azione dello Spirito Santo che avvalora l’atto di Gesù uomo, come la proposta per diventare credendo uno dei riscattati. La testimonianza dell’Evangelo è quella che rivela e dona vita eterna, passando per l’azione salvifica dello Spirito Santo che attribuisce a chi crede nel Mediatore Gesù, i suoi meriti acquisiti sulla croce. E’ dunque la fede nel sacrificio di Cristo il punto nevralgico per ottenere perdono dei peccati e vita eterna, la testimonianza serve a rendere edotti in grazia il peccatore a suo tempo. Veramente c’è un suo tempo, non solo quello di duemila anni prima, quando si sono verificate le sofferenze del Salvatore e la sua crocifissione, ma a suo tempo che diventa il mio, cioè quando la voce di Cristo si fa chiara e seducente per il mio cuore e per la mia mente. Prendere atto dell’amore di Gesù per me, ingiusto e peccatore fa risaltare la sua infinita Grazia. Paolo (v. 13) faceva un bilancio della sua vita precedente e attestava di essere stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento, di essere vittima di ignoranza per incredulità; stessa cosa per noi bisognosi di perdono e di vita.

Paolo asseriva  < misericordia mi è stata usata>, altrettanto a noi è stata riversata assieme alla Grazia nella nostra incredulità: ( I Ep. Timoteo 1:14) e la Grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in Cristo Gesù.  Dunque siamo riconoscenti al Signore per questa sua disposizione a incontrarci nel nostro tempo con il suo amore e ci spiega nella certezza: (I Ep. Timoteo 1:15-16) Certa è questa affermazione e degna di essere pienamente accettata che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori dei quali io sono il primo…e quanti in seguito avrebbero creduto in Lui per avere vita eterna. Sono concetti chiari che generano la fede e la certezza di avere a che fare con un Salvatore e Redentore,  che ama la sua creatura sebbene priva della sua vita e della sua gloria.  

La Verità da credere e da conservare   

(I Ep. Timoteo 3:9) Uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura. E’ vero molti non capiscono per incredulità o per ignoranza, ma noi abbiamo tutti gli strumenti per beneficiare dell’amore di Gesù, e la chiarezza della fede nella Sua Parola. Il suo dettato amoroso è da seguire con fiducia e abbandono e custodirlo nella coscienza e nel cuore.  Dunque, se Dio in virtù del sacrificio ha operato in maniera perfetta ravvedimento e riscatto a favore del credente, quest’ultimo trova santificazione nella Parola di Dio e nella preghiera di lode, di  ringraziamento e di adorazione come esposto: (I Ep. Timoteo 4:5) Perché è santificato dalla Parola di Dio e dalla preghiera.

Conclusione

(I Ep Timoteo 4:13) Applicati finché io venga, alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento. Tre consigli chiari dell’Apostolo per essere dalla parte della Verità, cioè di Cristo Gesù il Signore, cosa che auspichiamo benevolmente per i lettori di queste note.

 Ferruccio IEBOLE

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