AUMENTACI LA FEDE

L’invocazione dei discepoli al Signore perché la loro fede fosse aumentata, (Ev. Luca 17:5) trovava base sul fatto riportato da Gesù, di uno che peccava contro  i discepoli per sette volte in un giorno e questi erano obbligati, dietro le scuse e la domanda di discolpe  di perdonare l’incauto peccatore. La morale del Signore era che se per un uomo l’atto di scusa poteva sembrare una provocazione o un approfittarsi della situazione benevola, per il cuore del Salvatore il suo amore era talmente smisurato da sopportare anche l’avvalersi di una grazia così immeritata. Lezione d’amore del Redentore per misurare come Lui interpretava la compassione del Padre nei confronti degli uomini. Più volte questi atteggiamenti d’amore hanno trovato posto nel cuore di Gesù fino a invocare una commiserazione verso le creature che lo crocifiggevano; (Ev. Luca 23:34) Gesù diceva: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno. Perciò ben altro che sette volte scusa. E’ vero: aumentaci la fede di fronte al tuo inesauribile amore.

 Un perdono negato e una sentenza sorprendente

Se pensiamo a Gesù sempre buono, comprensivo, mai severo, non conosciamo Gesù Cristo e il suo pensiero; specie quando il Salvatore si ritraeva da questi sentimenti di perdono; vi erano  due casi: il primo, (Ev. Luca 17:1-2) Gesù disse ai suoi discepoli: È impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono! Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare piuttosto che scandalizzare un solo di questi piccoli. Leggiamo anche: (Ev. Marco 9:42) E chiunque avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono, meglio sarebbe per lui che gli fosse messa una macina da mulino e fosse gettato in mare.

Il secondo: (Ev. Matteo 12:31.32) perciò vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, ne in questo mondo, né in quello futuro.

Gli scandali secondo il pensiero divino

L’atteggiamento di Gesù, prima di pronunciarsi sugli scandali, era stato quello di aver salvato il bambino indemoniato (Ev Marco 9:27) Ma Gesù lo sollevò ed egli si alzò in piedi, Poi Gesù aveva preso in braccio un piccolo ( Ev. Marco 9:36:37) E preso un bambino lo mise in mezzo a loro; poi lo prese in braccio e disse loro: chiunque riceve uno di questi bambini nel mio nome, riceve Me e chiunque riceve Me, non riceve Me ma Colui che Mi ha mandato. Poi Gesù pronunciava un verdetto così duro, quasi un’istigazione al suicidio. Perché un giudizio così assoluto senza appello? Per la gravità del peccato! La corruzione della pedofilia è un peccato gravissimo che sovente è concatenato alla bestemmia contro lo Spirito Santo.

Seguendo il ragionamento di Gesù che protegge l’adolescente con il suo braccio, la sua guarigione donata per quello malato, il suo amore e quello del Padre per ogni bambino, viene interrotto da una tragicità crudele e programmata, uno scandalo immaginato in una mente perversa come quella di un pedofilo. La sentenza da parte di Gesù è esemplare: una macina pesantissima legata al collo del corruttore e gettata in fondo al mare, nel nero più profondo, per non vedere più quel corpo da schifo, che evidenzia ribrezzo agli occhi del Padre e del Figlio.(Ep. Giuda v. 13) Onde furiose del mare schiumanti la loro bruttura, stelle erranti a cui è riservata l’oscurità delle tenebre in eterno. Questo passo ci parla di onde schiumanti brutture venute a galla, da  corpi empi in fondo al mare, che hanno rivolto in dissolutezza la Grazia di Gesù e che sono come stelle senza luce, anche se propagano finta luce del Vangelo, avranno un giudizio inappellabile nelle tenebre.

 Pedofili cristiani?

 Ogni tanto sentiamo di religiosi cosiddetti cristiani, in grande quantità, che si abbandonano a questi gesti di corruzione verso minori; sebbene vengano assolti dagli uomini, la giustizia divina è più categorica perché essi bestemmiano contro il Signore, ignorando che lo Spirito Santo chiama a ravvedimento. Purtroppo  pur convinti  del male esercitato, respingono l’azione dello Spirito perciò il peccato non sarà perdonato. L’azione di corruzione contro il minore è concepita perché (Ep. Romani 10:3) Perché ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. Dunque un tragico destino toccherà a questi scellerati, immersi nell’errore  e compiaciuti nel sudiciume.

La Bestemmia contro lo Spirito

( Ep. Galati  5:22-23) Il frutto dello  Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo. Contro queste cose non c’è legge. Orbene possiamo considerare ciò che lo Spirito Santo vuole comunicare ai credenti, divenuti nuove creature in virtù della fede in Gesù Cristo. Quale differenza per chi si nomina cristiano e pratica la sconcezza; già perché è così? per debolezza, per inclinazione, per condizionamenti pregressi? No, perché la Parola di Dio li ha raggiunti con ammonimento e grazia, ma sono state aborrite. (II Ep. Tessalonicesi 2:12) Affinché tutti quelli che non hanno creduto alla Verità, ma si sono compiaciuti nell’iniquità siano giudicati.  La scelta era lasciarsi coinvolgere dalla Verità o compiacersi nell’iniquità, che equivale a respingere l’azione benefica dello Spirito, che vuole proporre quelle virtù. (E.  Romani 8:2) Perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Questa massima vitale non si è mai realizzata nella vita di quelli che bestemmiano. Gesù aveva detto che soprassedeva sulle bestemmie contro di Lui, non potevano essere perdonate le altre proferite contro lo Spirito di Vita, perché non si può contestare la funzione vitale del Consolatore e Guida.

La lezione sul perdono

Alla fine del ragionamento (Ev. Luca 17:6) Gesù disse: Se aveste fede quanto un granello di senape potreste dire a questo sicomoro sradicati e trapiantati nel mare e vi ubbidirebbe. Il Maestro con questo esempio cosa voleva insegnare ai discepoli?  La fede sebbene non più grande di un granello è sufficiente a ricevere la vita donata dalla Grazia  e dall’amore di Gesù, per una fede operante miracoli ne occorre una più grande che non sarà una prerogativa degli uomini, ma una condizione particolare  dello Spirito, che distribuisce i carismi come vuole. Ricordiamo (I Ep. Corinzi 13:13) Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza e amore, ma il più grande di esse è l’amore. Quello di Gesù è immenso.

 Conclusione

Meditare sulla Parola è sempre n piacere per gli insegnamenti che si ricevono, perché Gesù apre la sua rivelazione e lo Spirito della Verità ci guida nella comprensione. Noi speriamo che queste brevi note siano di stimolo per i nostri lettori a ricercare sempre più la comunione con il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e che le sue copiose benedizioni possano colmarci in ogni bene.

Un affettuoso abbraccio in Cristo Gesù.

Ferruccio Iebole

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