A QUELLA FORMA D’INSEGNAMENTO

Pongo una domanda: quale forma d’insegnamento c’interessa e ci pare più consona alla Verità cristiana? Quale disponibilità siamo pronti a seguire per arrivare all’accertamento sicuro della Verità biblica, fuori da schemi preconcetti o senza essere influenzati da tradizioni e da riti, da appartenenze che disturbano il vero apprendimento, cioè quello voluto ed emanato dalla persona dello Spirito Santo, l’inviato dal Padre e dal Figlio, che assicura al ricercatore sincero e onesto l’approdo alla Verità?

Luce sull’insegnamento.

L’apostolo Paolo nella lettera ai Romani scriveva:(Ep.Romani 6:17-18) Ma ringraziato sia Dio perché eravate schiavi del peccato,ma avete ubbidito di cuore a quella forma d’insegnamento che vi è sta trasmessa,e liberati dal peccato siete divenuti servi della giustizia. Una sintesi più precisa e sintetica non vi poteva essere in fatto di rivelazione evangelica. Dunque, questo brano definisce e qualifica alcuni fondamenti della fede cristiana cioè il traguardo dell’insegnamento. E’ evidente che l’insegnamento scolastico è propedeutico a educare e ammaestrare gli alunni a leggere e scrivere; stesso principio con la Verità della Bibbia, che si dispone a inculcare e indottrinare gli uomini, in una materia particolare come quella biblica, opinabile per quelli che non la ricevono come Parola di Dio ma d’uomo. Sull’attendibilità biblica molti trovano difficoltà insormontabili dovuti all’orgoglio umano del sapere o della critica, mentre la Sacra Scrittura è semplicemente Acqua di Vita per chi ha sete di giustizia divina e non umana, cioè non pensa alla gloria del mondo ma a quella celeste. Orbene vogliamo seguire il ragionamento paolino per essere rinfrancati sulla necessità di capire ed apprendere, senza condizionamenti di sorta, un approccio aperto alla Verità.

  1. Ringraziato sia Dio,
  2. Eravamo schiavi del peccato,
  3. Ma avete ubbidito di cuore,
  4. Alla forma d’insegnamento trasmessa,
  5. Liberati dal peccato,
  6. Siete divenuti servi della giustizia.

Veramente, quello della Verità cristiana, è un percorso molto affidabile, preciso e tale da poterlo verificare ogni giorno, scevro da alchimie e da secondi fini così cari ai religiosi, che appena sentono menzionare la parola Verità, sono preoccupati perché pensano di essere loro i detentori della Verità rivelata, dispensata in mille rivoli e regole ai propri fedeli, i quali se non pongono troppe domande, e seguono fedelmente senza troppe titubanze i loro dettami, sono i benvenuti. Ma se iniziano a interrogarsi, allora scatta subito l’ammonimento, la dissuasione, in certi casi la scomunica e l’espulsione per insubordinazione, per voler approfondire troppo le cose proposte. Un altro modo di stornare l’attenzione deriva anche dall’appiattimento su alcune regole, ritenute come Verità senza averle confrontate con la Bibbia. Dunque, volendo semplicemente ripercorrere i consigli di Paolo ci apprestiamo a compiere il suo percorso proposto:

  1. Qualsiasi conoscenza che abbiamo di Dio, profonda o superficiale, Lo ringraziamo  e Lo preghiamo che ci dia intelligenza spirituale per capire il messaggio biblico della Grazia: (Ep. Colossesi 1:27) Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la  speranza della gloria.Una notizia strepitosa è quella di sapere che siamo cercati da Dio, il quale vuole rivelarci personalmente il mistero di Cristo, il Salvatore non lontano, separato o irraggiungibile, no, ma in noi come Garante della gloria celeste. Questo il programma; poi occorre realizzarlo nella fede. Quindi bisogna anelare l’insegnamento proveniente secondo le promesse divine e ubbidire; queste due ragioni, desiderio e ottemperanza formano i due pilastri per giungere alla convinzione di essere stati illuminati e adatti a ricevere l’istruzione della Verità. A proposito di mistero di Cristo, Paolo soggiungerà in (Ep. Colossesi 2:2-3) Siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. Dunque se tutti i tesori occorrenti alla comprensione del Vangelo risiedono in Cristo, (sono nascosti in Cristo)bisogna relazionarsi con estrema fiducia con il Salvatore, e attendere da Lui l’evoluzione delle sue ricchezze nella nostra intelligenza per gioire fantasticamente della freschezza della Sua Parola.
  2. Una seconda condizione, in conformità a quello dichiarato da Paolo, è di ritenersi degli schiavi del peccato; è un’analisi che ci fa male, ci  ferisce, ma è la sentenza giusta in base a ciò che Dio fotografa nei nostri confronti.(Ep. Romani 6:12) Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze. Lotta impari se basata solo sulle nostre forze, ma la Grazia di Dio ci soccorre: ( Romani 6:13) Ma presentate voi stessi a Dio come morti fatti viventi e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio. Si vogliamo presentarci, farci conoscere da Dio per quello che siamo, peccatori bisognosi di perdono e di misericordia divina in Cristo, che confidano solo in quello conseguito dal Salvatore Gesù in nostro favore. Proprio l’apostolo conferma (Ep. Romani 5:6) Infatti mentre noi eravamo ancora senza forza,Cristo a suo tempo è morto per gli empi.Ecco il fatto dirompente, mentre tutto ci è contro apprendiamo che il Giusto è morto per noi, a suo tempo, tempo necessario perché lo comprendiamo nel momento a noi propizio, quando la Verità dell’evangelo giunge a noi e ci costringe a pensare alle cose che non passano cioè all’eternità.
  3. Ubbidire di cuore è la nostra parte quando l’invito della Verità ci incontra durante la nostra vita terrestre. Mentre trascorriamo un periodo di gioia o di tristezza, di difficoltà o di prosperità, Dio ci parla e ci invita a utilizzare il cuore per credere alla Verità, a quella speranza di gloria in Cristo, proposta con discrezione dal suo Spirito. Cosa ci somministra il Signore di significativo perché ubbidiamo con il cuore, cioè con tutto il nostro essere? (Ep. Romani 5:8) Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo, che mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi. Dunque possiamo intenderci come raggiunti da un amore divino, gradissimo e rilevante, che induce alla riflessione sul perché Gesù è morto per noi. Già, perché il Signore è morto sulla croce per noi? ( Ep. Romani 5:9) Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di Lui salvati dall’ira. E’ vero, Gesù muore per noi per giustificarci con il suo sangue, cioè per farci apparire giusti in presenza del Padre se crediamo in Cristo, e siamo salvati  per la gloria del cielo, per l’eternità, rimanendo indenni dall’ira di Dio, per l’ubbidienza della fede riposta in Gesù.Orbene l’ubbidienza all’Evangelo ci conferma la Grazia e il perdono dei nostri innumerevoli peccati.( Ep. Romani 5:10) Se infatti mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante lamorte del Figlio suo, tanto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante lasua vita. Si, siamo riconciliati con Dio mediante la morte di Gesù, mentre siamo ancora nemici, siamo salvati  dall’ira  a venire, per la vita di Gesù mentre per fede crediamo a Lui.
  4. Questa è la forma o il sunto trasmesso da Paolo che esalta l’opera di Gesù il Redentore, Colui che ha riconciliato gratuitamente il mondo con Dio come Agnello sacrificale. Quindi sulla base della fede in questo completo sacrificio viene proclamata questa istruzione o forma d’insegnamento, che è la Verità, confermata dalla Bibbia stessa. ( Romani 5:11) Non solo, ma ci gloriamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione.Vogliamo porre la nostra attenzione in base alla parola “mediante” :mediante la morte, mediante la vita, mediante Gesù; qui è il segreto della Verità e del suo insegnamento. Ricevere la Grazia di Dio e il dono della Grazia di Gesù è la salvezza dell’anima, dello spirito, e la certezza della resurrezione. (Ep. Romani 6:23) Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore. Dunque la vita eterna, cioè il dono di Dio e di Cristo, è qualcosa che si ottiene per la fede e non ricercando opere buone per meritarla, inutilmente perché irraggiungibile con le nostre forze. La Bibbia afferma: (Ep. Romani 5:15) A maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti. La Grazia e il dono della Grazia sono sparsi abbondantemente su chi crede, su chi ama l’insegnamento biblico della Verità, non cede alle lusinghe religiose che fanno sentire sempre in colpa l’individuo, ma accettano l’autorità della Parola che unita allo Spirito Santo istruisce i semplici nella affermazione del dettato evangelico.Molte persone per sentirsi in pace bramano un’appartenenza a un gruppo religioso, vantando la comunanza di regole e d’intenti religiosi; questo perché non hanno ricevuto l’insegnamento biblico della Verità, perciò sono agitati e non concepiscono una fede personale in Gesù, propendono per una chiesa, per sentirsi più protetti. Eppure Gesù dice : (Ev. Giovanni 10:28) E nessuno le rapirà dalle mie mani
  5. Chi riceve l’insegnamento biblico della Grazia di Cristo scopre di essere nato di nuovo in virtù della fede: ( II Ep. Pietro 1:4) Le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina, dopo essere sfuggiti alla corruzione; e ( I Ep. Pietro 1: 2) Eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito a ubbidire e aessere cosparsi dal sangue di Gesù Cristo, grazia e pace vi siano moltiplicate. Perciò il credente si ritrova nella duplice condizione di non subire condanna alcuna e di essere liberato dalla legge del peccato e della morte(Ep.Romani 8:1-2) Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spiritodella vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.Capire questi passi vuol dire liberarsi da ogni condizionamento religioso che volontariamente nega l’opera di salvezza di Dio. Ancora, (Ep. Romani 8: 32) Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?( Ep. Romani 5: 1-2) Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche accesso a questa Grazia, nella quale stiamo fermi e ci gloriamo. Perciò restare fermi vuol dire non spostarsi da questo fondamento dottrinale, ovvero con la fede nel Signore Gesù la riconciliazione con il Padre ha avuto seguito, ed ora godiamo pace, grazia e l’amore di Dio è sparso in noi. Quindi al bando le religioni, qui abbiamo solamente un rapporto personale con Dio e il Salvatore, con l’unico apporto della fede nata dalla Bibbia, la sua Parola. Un passo di Paolo si esprime così: (Ep. Filippesi 4:7) E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Orbene, la preziosa pace di Cristo e di Dio costituisce un prezioso alleato nel nostro cuore e nella nostra intelligenza per restare nel pensiero divino, senza deviazioni e per adempiere la sua volontà con convinzione.(Ep Filippesi 4:13) Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica.
  6. Chi ha posto la fede in Gesù ha un obbiettivo, divenire servo della giustizia, assolvendo il compito cui è stato chiamato, e a predicare l’insegnamento evangelico secondo la Verità biblica. Come accennato precedentemente, bisogna capire il sunto della resurrezione di Cristo, visto quale coronamento di un cammino di sofferenze come il Suo, fatto di rinunce e di umiliazioni: (Ep. Romani 4:24-25) Gesù nostro Signore il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.Effettivamente è un piano di salvezza, di giustificazione straordinario, immaginato divinamente e come dice la Bibbia: avanti la fondazione del mondo. Grazie Gesù Dio nostro e Salvator nostro, per la grazia incomparabile cui hai dotato i peccatori per riconciliarli con il Padre. Le nostre offese sono quelle che ti hanno perseguitato e portato alla croce, ma grazie che il supplizio della croce è stato da Te tramutato in vittoria gloriosa sugli avversari, sui principati satanici e sulle tenebre. Nessuno ha potuto trattenerti nella fossa, nei legami di morte avvolti attorno al tuo corpo innocente e santo, ne tantomeno ostruire o ostacolare il valore del tuo sangue offerto per la forza e la potenza dello Spirito Santo ed esaltato in cielo.

Alcune conseguenze dall’ essere stati raggiunti dall’insegnamento della Verità.

Non v’è nessun dubbio che la predicazione dell’Evangelo accenda la speranza, riservata nei cieli, come scritto in:(Ep. Colossesi 1:5) A causa della speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete sentito parlare mediante la predicazione del Vangelo; speranza ascoltata:(Ep. Colossesi 1:23) senza lasciarvi smuovere dalla speranza che avete ascoltata; e( Ep. Colossesi 1:6 ) Dal giorno che ascoltaste e conosceste la Grazia di Dio in Verità. Dunque, conoscere tramite la Grazia di Dio la Verità, si viene introdotti e posti in comunicazione con una speranza viva, riservata nei cieli, che ci rende fermi, inamovibili dalla fede in Dio, che non ci smuove. Poi la Verità ci conduce (Ep. Colossesi 1:9 a 12) a una profonda conoscenza della volontà di Dio e della sua persona, ci fa prosperare nella sapienza e nell’intelligenza spirituale per crescere pazienti, perseveranti e fortificati in ogni cosa dalla gloriosa potenza di Gesù. Infine, ci esorta a ringraziare Dio con gioia che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

La sorte dei santi cui Paolo fa riferimento, sono santi non fatti dagli uomini, da una chiesa, da un gruppo di fedeli per vantarne verso altri meriti o grazie. No, sono santi perché stabiliti secondo regole celesti e non terrestri, perciò nella luce. Sono senza aureola, ma sono quelli (Ep. Colossesi1:22) riconciliati nel corpo della carne di Lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a se, santi, senza difetto e irreprensibili. Allora, comprendiamo che santi diventano tutti quelli riconciliati con Dio, che sono dichiarati tali per l’ubbidienza alla Verità, i quali per la fede in Cristo diventano e sono ritenuti dal Padre senza difetto e irreprensibili perché in Cristo. Orbene santi, cioè separati dal male e dalla morte, cioè adatti per la vita eterna nel cielo. Il suggerimento di ringraziare Dio con gioia è dunque un consiglio pertinente ed efficace se perseveriamo nella fede e nella Verità. Adorare Dio in Spirito e Verità diventa perciò un dovere piacevole e costante, in attesa di compierlo perfettamente quando saremo uniti a Lui nell’eternità.

Conclusione.

(Ep. Colossesi 3:10) La Parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantate di cuore a Dio sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali. Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di Lui. E’ veramente un programma preciso, suggerito da Dio stesso che sotto l’impulso, misterioso e potente della sua Grazia, dispensata a piene mani, ci indirizza a lodarlo con azioni di ringraziamento e di gloria al Suo nome, mediante Gesù Cristo. Termino ricordando un passo significativo: (Ep. Colossesi 3:24) Sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità. Servite Cristo il Signore! Bene, confidiamo che queste brevi riflessioni stimolino i nostri cari lettori a lodare sempre più il Padre e il Figlio per mezzo  dello Spirito Santo. A Dio piacendo a risentirci!

Ferruccio Iebole.

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